Edilizia, ultimatum dei sindacati: contratto subito o scatterà la mobilitazione
UDINE - La trattativa per il rinnovo del contratto dell’edilizia, scaduto da 2 anni, «ha esaurito tutti i temi di carattere normativo» ed occorre passare a definire gli aumenti salariali: Ance e Coop devono dare risposte definitive entro il prossimo incontro fissato il 27 giugno o i sindacati organizzeranno iniziative di mobilitazione.
Lo dichiarano i segretari generali di Feneal, Filca, Fillea, Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi, al termine della due giorni di confronto con la parte datoriale.
«Ora - spiegano i sindacalisti - rimangono aperti gli aspetti conclusivi del possibile contratto: aumenti salariali che riconoscano il valore e l’impegno dei lavoratori del settore dopo che le imprese hanno già risparmiato nei 2 anni di vacanza contrattuale; come garantire la contrattazione di secondo livello territoriale; come approfondire congiuntamente se vi possano essere nuove modalità di gestione dei rapporti amministrativi tra le aziende e le Casse edili, per combattere lavoro grigio, evasione ed elusione».
«La dirigenza dell’Ance e delle Coop deve ora assumersi definitivamente le proprie responsabilità - proseguono - dare un Ccnl dignitoso al milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori del settore o rompere in maniera drastica e per molti versi inedita il nostro sistema di relazioni industriali. Come sindacato siamo stati pazienti, seri, impegnati a trovare sempre soluzioni di buon senso, anche guardando alle tante possibili battaglie comuni per la difesa del nostro contratto e per il rilancio del settore da intraprendere nei confronti di governo ed istituzioni, ribadendo il nostro no alla cementificazione selvaggia e ricordando che la grande opera più urgente resta la messa in sicurezza del territorio».
«La pazienza è però finita e dobbiamo prendere atto, in caso di esito negativo del prossimo incontro in programma il 27 giugno, della volontà di rottura da parte di Ance. Rottura - concludono - che porterà ad una forte reazione pubblica, di piazza ed in tutti i luoghi di lavoro, perchè senza contratto non c’è il rilancio del settore e perchè dobbiamo garantire un sistema che, evidentemente, non tutte le parti in causa intendono difendere e valorizzare».
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