Effetto Covid, Coldiretti è già preoccupata per Natale
“Un drastico crollo dell’attività legate alle misure del contenimento entrate in vigore con il DPCM pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. Serve un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e interventi come la decontribuzione protratte anche per le prossime scadenze”.
E’ quanto sostiene Coldiretti Veneto in considerazione dell’approssimarsi delle festività che ogni anno coinvolgono le famiglie in pranzi e cenoni fuori e dentro casa.
Le disposizioni inerenti all’emergenza sanitaria stanno già segnando l’organizzazione del tradizionale appuntamento con la Giornata del Ringraziamento promossa da Coldiretti su tutto il territorio nazionale che corrisponde al momento per la gente dei campi del bilancio di lavoro dell’annata agraria.
A pesare sul Natale oltre al rischio di lockdown per ristoranti e locali pubblici sono – sottolinea la Coldiretti – soprattutto il divieto alle feste private e ai tradizionali veglioni ma anche i limiti posti agli spostamenti, dal coprifuoco e l’invito a non ricevere nelle case persone non conviventi, in una situazione in cui lo scorso anno la tavolata media per gli appuntamenti di fine anno degli italiani era composta di ben 9 persone.
Le previsioni sull’andamento del contagio – precisa la Coldiretti - preoccupano anche per i divieti in previsione della fine dell’anno a partire da sagre, feste paesane e mercatini natalizi che sono momenti importanti per l’acquisto di regali enogastronomici, i piu’ apprezzati dagli italiani. Senza dimenticare l’impatto negativo della mancanza di turisti italiani e stranieri con molti Paesi, a partire dalla Germania, che – continua la Coldiretti - hanno già messo l’Italia nella black list dei paesi piu’ pericolosi.
Il crollo delle spese di fine anno a tavola e sotto l’albero rischiano di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari degli italiani che nell’intero 2020 secondo fanno segnare un crollo storico del 12% con una perdita secca di 30 miliardi di euro, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. Si tratta del peggior risultato del decennio per effetto – spiega la Coldiretti - della paralisi del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa nel carrello delle famiglie.
In Veneto è operativa la task force degli operatori agricoli che ha ripreso a pieno ritmo la consegna a domicilio con pasti a kmzero, spesa porta a porta e sospesa per i più bisognosi. Grazie ai social i clienti, consumatori sono raggiunti con le proposte e le varie offerte tipiche della stagione.
Da un monitoraggio di Coldiretti in base ai dati degli operatori agrituristici di Terranostra coinvolti nel servizio registra un deciso ritorno al food delivery in tutte le sue accezioni. Già i precedenti fine settimana quattro veneti su dieci hanno ordinato al telefono oppure on line il menù preparato dai cuochi contadini di Campagna Amica – commenta Coldiretti.
A far scattare il boom di richieste non solo il Dpcm che impone la chiusura degli esercizi dalle ore 18.00 e il rischio che anche il Veneto finisse in “area arancione” con una ulteriore stretta, ma soprattutto la voglia di ricette della tradizione con ingredienti di qualità stagionali da condividere con gli amici in un contesto di sicurezza tra le mura domestiche.
Tutte le realtà agrituristiche sono pronte per accogliere clienti e lavoratori anche a mezzogiorno - sottolinea Diego Scaramuzza presidente regionale di Terranostra – le strutture, spesso localizzate nelle aree marginali, in aperta campagna dispongono di ampi spazi e consentono agli ospiti di rispettare le precauzioni e le regole della distanza”.
Tutte queste esperienze innovative hanno incoraggiato Coldiretti a chiedere alla Regione Veneto la rivisitazione dei pilastri legislativi che dovranno essere ripresi durante la nuova legislatura come la legge regionale per il consumo della produzione agroalimentare di origine regionale per guidare la predisposizione degli appalti pubblici a favore della ristorazione collettiva, quella agrituristica che non può non tener conto di quanto sperimentato durante la pandemia con il potenziamento del varie proposte di cibo porta a porta, una rinnovata e maggiore attenzione ai mancati redditi degli agriturismi che per effetto delle nuove disposizioni dovranno chiudere per l’ora di cena e l’aggiornamento della normativa dell’agricoltura sociale per riconoscere i parametri sanitari delle fattorie che offrono servizi ed assistenza alle fasce deboli”.
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