Eudr: il regolamento Ue sulla deforestazione che minaccia il mobile

Le preoccupazioni di FederlegnoArredo e del Cluster legno arredo sistema casa Fvg
Timothy Dissegna

Il comparto legno guarda con preoccupazione alle novità introdotte dal nuovo regolamento europeo contro la deforestazione. La norma entrerà ufficialmente in vigore il 30 dicembre 2024, ma sono ancora molti i dubbi e le perplessità che il mondo delle imprese di settore hanno sollevato, come emerso ieri pomeriggio nell’incontro organizzato dal Cluster Legno Arredo Casa Fvg a Manzano, con il supporto di FederlegnoArredo.

Claudio Feltrin e Carlo Piemonte
Claudio Feltrin e Carlo Piemonte

Il presidente nazionale, Claudio Feltrin, ha evidenziato come «la questione non riguarda solo il legno che si importa e da dove si importa, ma anche il prodotto finito. In questo modo si mette in difficoltà l’export e il nostro comparto esporta il 53% di quanto produce. Se mettiamo in crisi questa fetta di business, avremo grandi problemi». Perplessità condivise dagli stessi vertici del Cluster, con il direttore Carlo Piemonte che, pur condividendo le finalità della norma di preservare la salute dei boschi e foreste, rileva «che quella che è stata l’impostazione burocratica appesantirà in modo incredibile soprattutto le piccole e medie imprese».

Matteo Tonon e Carlo Piemonte
Matteo Tonon e Carlo Piemonte

A essere interessati da questo atto sono «tutti quegli oggetti che potenzialmente potrebbero comportare una deforestazione», ossia carni, soia, pelli e molto altro come illustrato da Pietro Oieni ed Elisabetta Morgante della direzione generale Foreste del ministero dell’Agricoltura. Il presidente Matteo Tonon ha rimarcato che «siamo tutti attenti alle tematiche di sostenibilità, ma ciò che si prospetta disorienta tutto il territorio e tutta la filiera. Vediamo una componente regolamentare altamente burocratica che metterà in seria difficoltà le logiche d’acquisto, vendita e approvvigionamento». Quello che invece vorrebbe il vertice dell’ente «è un supporto dei comportamenti virtuosi già in essere delle aziende».

Una situazione che si inserisce in un settore che, come detto, ragiona principalmente sull’export. Al momento, però, «molti dei mercati di riferimento sono oggettivamente in difficoltà. Sul Centro Europa, e il dato parte da quello della Germania, c’è una diminuzione a due cifre con picchi anche del 20%, ma questo non riguarda lo stato di salute del settore che ha dimostrato di reagire molto bene. La sfida è riorientarsi in mercati differenti, ma lo spostamento non si compie in un giorno». I dirigenti del dicastero hanno elencato le criticità emerse nel confronto portato avanti con la Commissione europea, puntando il dito verso le «lobby ambientaliste» che, ha detto Oieni, «hanno fatto inserire all’ultimo delle commodities come pelletterie e caucciù, che non erano previste inizialmente». «Vogliamo essere a fianco dei ministeri - ha concluso Feltrin - affinché l’Italia possa far valere la propria posizione a livello europeo».

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