Ex banche Popolari ai soci: prendere o lasciare

Incontri dei vertici di BpVi e Veneto Banca con le associazioni degli azionisti. Spiraglio solo per i beffati nei rimbors

PADOVA. Gli «scavalcati» nelle vendite delle azioni saranno valutati «con un occhio di riguardo», per loro le due ex banche popolari venete stanno studiando soluzioni migliorative, con una percentuale superiore del 15% di rimborso.

Fabrizio Viola (nuovo ad di Popolare di Vicenza) e Cristiano Carrus (dg di Veneto Banca) sono arrivati l’altra sera a Dese, la parrocchia di don Enrico Torta, che in questi 18 mesi ha messo insieme molte associazioni di risparmiatori veneti. Ad ascoltarli una trentina di persone, i rappresentanti di 10 associazioni del territorio, che raggruppano gli azionisti-risparmiatori di Vicenza e Montebelluna.

I dirigenti dei due istituti si sono detti disponibili ad ascoltare il territorio, ma la proposta presentata nei giorni scorsi a Padova non può essere cambiata. E invitano a fare una considerazione razionale della situazione generale e della proposta per i ristori.

Per ora l’offerta presentata congiuntamente dai due istituti non scalda gli animi dei presenti. Per don Enrico Torta le banche potevano fare di più: oltre all’offerta del 15% del valore della azioni subito, si poteva crescere fino a raggiungere il 30-35% del valore nel tempo.

«In questo modo - ha spiegato don Torta - molte persone si sarebbero accontentate». «L’offerta del 15% rimane inaccettabile, non si può rinunciare all’85% dei propri risparmi - ha commentato l’avvocato Camilla Cusumano (Adusbef Verona) - Dalla documentazione che abbiamo esaminato si evidenziano irregolarità per cui le banche dovrebbero risarcire il 100%: noi proseguiamo con le battaglie legali».

Ma per Viola e Carrus la soglia del 15% non può essere toccata, pena il futuro dei due istituti. «Questa è l’unica possibilità per le disponibilità che ci sono - hanno dichiarato -. Di più non è possibile per poi garantire una ripresa». Intanto sul piatto mettono 34 milioni la banca trevigiana e 30 milioni la vicentina per affrontare in maniera immediata le situazioni più drammatiche di risparmiatori che hanno perso tutto. Sul fronte degli “scavalcati” sono stati resi noti i dati ufficiali delle due banche, verificati fino ad oggi dai controlli Consob: 498 per Popolare di Vicenza e 150 per Veneto Banca.

Nel frattempo crescono i reclami ai due istituti 10.000 quella a Vicenza, 6.000 a Montebelluna. Due sono le richieste che arrivano dalla Bce per dare l’ok alla fusione: smontare il problema cause (se andassero tutte in porto creerebbero un «buco» da 5-6 miliardi) e far pulizia degli Npl. Su questo fronte le associazioni chiedono di partecipare agli utili della vendita dei crediti inesegibili.

«Dopo molto tempo le banche hanno messo la faccia, lo apprezziamo, ma vogliamo partecipare agli utili - ha dichiarato Fabio Bello, referente dell’associazione “Ridacci i soldi Veneto Banca” -. Civilisticamente il fondo Atlante ha tutti i diritti a prendersi gli utili, essendo socio di maggioranza, ma moralmente no, noi abbiamo subìto l’azzeramento delle azioni, loro sono arrivati dopo il crollo». Intanto prosegue il tour sul territorio dei vertici delle due banche.

Oggi incontreranno altre quattro associazioni, mentre sono migliaia solo per Popolare di Vicenza, le adesioni all’offerta del 15%.

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