Ex-Ilva: Valbruna perde il primo round nella causa contro lo Stato, non fu esproprio

La holding della famiglia Amenduni titolare del 10,3% dell'acciaieria di taranto si è vista respingere in primo grado la richiesta di un indennizzo di poco più di 300 milioni di euro ritenendo di essere stata «espropriata» della propria partecipazione nella società di Taranto in seguito al decreto legge del 2013 (n. 61) che dava il via all'amministrazione straordinaria

VICENZA. Valbruna Nederland Bv, controllata dalle acciaierie Valbruna, la holding della famiglia vicentina Amenduni e titolare del 10,05% di Ilva ha perso il primo round della battaglia contro il Governo italiano avviata davanti al Tribunale di Milano e ora in fase di appello.

Qualche mese fa, ma la notizia si è saputa solo oggi, Valbruna Bv si è vista respingere in primo grado la richiesta di un indennizzo di poco più di 300 milioni di euro ritenendo di essere stata «espropriata» della propria partecipazione nella società di Taranto in seguito al decreto legge del 2013 (n. 61) che dava il via all'amministrazione straordinaria aveva lo scopo di «disciplinare il commissariamento (...) di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale la cui attività produttiva comporti pericoli gravi e rilevanti all'ambiente e alla salute a causa dell'inottemperanza alle disposizioni» dell'Autorizzazione Integrata Ambientale.

Secondo il giudice civile Angelo Mambriani, che è anche presidente di una delle due sezioni specializzate in materia di imprese, «il commissariamento straordinario di Ilva e le concesse misure in materia di governance societaria non possono essere qualificate in termini di esproprio».

E questo perché la pubblica amministrazione «non si è attivata di sua iniziativa allo scopo di acquisire un bene individuato come capace di soddisfare un interesse pubblico puntualmente e singolarmente individuato; invece si è attivata per reazione all'illecito consumato dalla società» e quindi per «garantire quella tutela dei contro-diritti (opposti a quelli dei soci ndr) alla salute umana ed alla salubrità ambientale».

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