Export Fvg in frenata nei primi nove mesi. La cantieristica navale riduce le perdite

Tra gennaio e settembre il valore delle vendite all’estero da parte delle imprese regionali si è attestato a 14,2 miliardi, in diminuzione del 4,9% rispetto allo stesso periodo precedente. L’analisi dell’Ires Fvg

Maura Delle Case

Esportazioni in contrazione nei primi nove mesi dell’anno in Friuli Venezia Giulia. Tra gennaio e settembre il valore delle vendite all’estero da parte delle imprese regionali si è attestato a 14,2 miliardi, in diminuzione del 4,9% rispetto allo stesso periodo precedente. Riduzione contenuta grazie al contributo positivo della cantieristica navale, al netto della quale la perdita sarebbe stata di un miliardo, 7,7%.

A fare il punto sull’export Fvg è il ricercatore dell’Ires, Alessandro Russo, che allo scopo ha rielaborato i dati pubblicati dall’Inps relativamente ai primi tre trimestri dell’anno.

Russo dà anche uno sguardo a quanto accaduto a livello nazionale, dove la variazione è stata come in Fvg negativa, ma in misura meno accentuata (-0,7%), così come considerato il Nord Est nel suo complesso (-1,8%), con il solo Trentino Alto Adige che registra un incremento (+3,3%), mentre Veneto ed Emilia Romagna presentano, al pari del Fvg, dinamiche negative, rispettivamente del -2,6% e del -1%.

Tornando alla regione, nei primi nove mesi del 2024 Ires riscontra anche una flessione del valore delle importazioni, seppur più contenuta rispetto a quella delle vendite all’estero (-1,5%). Ne deriva un bilancio commerciale in avanzo, diminuito rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: da 6,9 miliardi di euro è passato a 6,3 miliardi quest’anno.

Zoomando sui settori, la dinamica nei primi nove mesi del 2024 è stata sensibilmente negativa in alcuni tra i principali comparti dell’economia regionale: le vendite all’estero di prodotti della metallurgia hanno segnato un -8,9%, quelle di macchinari un -10,7% per arrivare a un -25,9% delle apparecchiature elettroniche.

Al contrario, come detto, la cantieristica navale ha presentato una variazione particolarmente positiva, tanto in valore percentuale (+13,5%) che in valore assoluto (265 milioni in più, per un totale di vendite oltre confine pari a 2,2 miliardi tra gennaio e settembre) che ha contribuito ad attutire la flessione registrata dall’export nei primi tre trimestri, contenendone le perdite a -4,9%.

Tra gli altri settori di specializzazione dell’economia regionale, Russo osserva un aumento delle esportazioni di prodotti alimentari e bevande (+8,4%) e una sostanziale tenuta del settore del mobile (-2,8%).

A livello territoriale «solo l’ex provincia di Gorizia evidenzia un risultato nettamente positivo (+28%), mentre Trieste e Udine – sottolinea il ricercatore dell’Ires – registrano dei sensibili decrementi, rispettivamente del -13,2% e del -9,9%, Pordenone una lieve diminuzione (-1,5%)».

«Per quanto riguarda l’area giuliana – continua Russo – pesa soprattutto la variazione negativa del comparto delle apparecchiature per telecomunicazioni; per la provincia di Udine si evidenziano invece le sensibili contrazioni dell’export di prodotti siderurgici e di macchine per impieghi speciali».

In merito alle destinazioni geografiche dell’export delle imprese regionali, Ires osserva infine le flessioni in relazione ai principali Paesi partner commerciali tra cui Stati Uniti (-3,4%), Germania (-8,7%) e Austria (-18,7%).

«In questo quadro negativo – conclude Russo – si segnala una crescita dell’export nel Regno Unito, che segna un +89,2%, grazie al settore della cantieristica navale, e in Polonia, +13,2% dovuto all’export di prodotti della metallurgia».

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