Export, in crescita del +3,7% nei prossimi 4 anni

Le previsioni di Sace presentate a Verona. Ottime chances per le imprese del Nordest

VERONA - In un mondo che viaggia a ritmi più lenti, in cui i rischi crescono e diventano più diffusi e la competizione globale si fa più agguerrita, secondo le previsioni di SACE (Gruppo Cdp) l’export italiano potrà mettere a segno una crescita del 3,7% medio annuo nei prossimi quattro anni, raggiungendo il valore di 480 miliardi di euro nel 2019, a patto concentrare gli sforzi sulle geografie a maggior potenziale e rafforzare le proprie strategie d’internazionalizzazione.

Quali dunque le prospettive per l’export del Nord Est, che da solo contribuisce a oltre il 18% dell’export nazionale?

Quali i mercati su cui puntare?

Quali gli strumenti per affrontarli?

È da queste domande che ha preso le mosse oggi al Palazzo della Gran Guardia di Verona il convegno organizzato da SACE in collaborazione con SIMEST per presentare l’ultimo Rapporto export di SACE, quest’anno con un focus particolare sulla meccanica strumentale, settore di punta dell’export nazionale e in particolare del Nord Est, con 15,9 miliardi di export nel 2015 e 3,6 miliardi nei primi tre mesi del 2016.

A questo settore, con il maggior potenziale di crescita davanti a sé, è dedicato il panel al centro dell’evento in cui si sono confrontati gli esperti del Gruppo Cdp e i protagonisti del panorama imprenditoriale del territorio: Marilisa Allegrini per Vini Allegrini (recentemente entrata nel Cda di SACE), Rino Bedeschi per Bedeschi, Francesco Manni per Gruppo Manni, Adriano Vivaldi per Aquafil.. Il Convegno è stato l’occasione per presentare le iniziative a cui SACE e SIMEST stanno lavorando nell’ambito del nuovo Piano Industriale del Gruppo Cdp che metterà a disposizione delle imprese italiane ben 63 miliardi di euro per attività di export e internazionalizzazione entro il 2020 e prevede la creazione di una "porta unica" attraverso cui accedere all’offerta di SACE e SIMEST.

“Crescere attraverso l’internazionalizzazione è una sfida complessa, che le imprese del Nord Est da tempo stanno affrontando con successo – ha dichiarato Simonetta Acri, Direttore Rete Domestica di SACE –. Conosciamo bene il potenziale delle realtà presenti in queste regioni, dove, solo nell’ultimo anno, abbiamo seguito quasi 5 mila aziende, in prevalenza Pmi, con € 4,7 miliardi di operazioni di export assicurate e investimenti garantiti. Oggi il nostro impegno diventa un lavoro di squadra con SIMEST, grazie alla creazione della “porta unica per l’export e l’internazionalizzazione del Gruppo Cdp che ci permetterà di raggiungere un numero sempre maggiore di aziende del territorio offrendo una gamma integrata di servizi finanziari”.

L’export del Nord Est: settori e mercati di opportunità

Dopo il risultato molto positivo messo a segno nel 2015, sfiorando i 78 miliardi di euro (oltre il 18% dell’export nazionale), nel primo trimestre dell’anno l’export del Nord Est è rimasto sostanzialmente stabile, orientandosi prevalentemente verso i mercati europei.

Passando in disamina i settori, la performance delle vendite estere del Triveneto, nonostante i tassi di crescita a due cifre di comparti come i raffinati (+36,4%) e gli apparecchi elettronici (+27%), poggia soprattutto sul contributo di 5 settori chiave dell’economia regionale che da soli valgono oltre il 65% dell’export dell’area: meccanica strumentale (il primo comparto per volumi con un peso sul totale di oltre il 19%), tessile & abbigliamento (pari al 14% delle vendite estere totali), prodotti in metallo (11%), ma anche gioielli (13%), e alimentari & bevande (9%), gli unici settori core a crescere nel primo trimestre rispettivamente dell’1,5% e del 4,3%.

Sotto il profilo dei mercati di destinazione, sebbene l’Unione Europea risulti la meta principale, le previsioni di SACE offrono importanti direttrici di crescita verso un paniere diversificato di mercati emergenti, con profili di rischio certamente non trascurabili, che possono tuttavia essere affrontati con successo e profitto, puntando su coperture specifiche e un approccio strategico: Emirati Arabi, Arabia Saudita e in prospettiva Iran per il Medio Oriente, Corea del Sud e Cina in Asia, Messico in America Latina, ma anche Repubblica Ceca e Polonia in Europa.

Tra le geografie più rischiose per l’export della regione nel 2016, segnalano invece Grecia e Russia.

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