Fatturato e utili in crescita: a Padova ci riesce un'azienda su tre

In edicola il 27 novembre con il Mattino di Padova lo speciale Top 500. PwC: "Solo l’1,7 per cento delle imprese attive nel Padovano ha più di 50 addetti". Università di Padova: "Buone basi per l'anno in corso"

PADOVA. Non contano più i settori di produzione, conta chi sa fare impresa e chi no. Molti gli spunti contenuti nella ricerca Top 500 dedicata alle società della provincia di Padova, realizzata dal team dell’Università di Padova coordinato dal professore Antonio Parbonetti (dipartimento Scienze economiche ed aziendali). «Notiamo come nel 2014 le imprese che hanno registrato le migliori e peggiori performance» ha spiegato Parbonetti «corrispondono agli stessi settori: commercio ingrosso, fabbricazione macchinari e prodotti in metallo.

Fino a pochi anni fa si pensava che il successo di un’impresa fosse in funzione anche del settore: ora questo conta molto meno». E le imprese che meglio performano sono quelle che hanno investito maggiormente nell’innovazione, di processo e di prodotto.

Le Top 500 aziende padovane hanno dimostrato una crescita di fatturato, utile e redditività nel 2014, che fa ben sperare anche per il 2015. Il 35% aumenta redditività e fatturato, e ciò dimostra che stanno emergendo aziende solide. Il 23% cresce addirittura più del 10%. Inoltre da segnalare come molti imprenditori nel corso degli ultimi anni abbiano percorso la ristrutturazione aziendale, investendo nella propria azienda gli utili ed ora ne colgono i frutti. «Vincono le aziende che negli anni passati hanno continuato a investire, anche se in perdita» ha continuato Parbonetti. “Innovare per crescere” è stato invece il tema dell’intervento di Nicola Anzivino, partner di PwC.

Non va bene solo il settore alimentare, l’export padovano è anche tecnologico: nel 2014 le imprese che offrono tecnologia medio-alta crescono in media di più rispetto agli altri settori: 3,4 miliardi (+6,3%). Padova ha 89mila imprese (prima in Veneto) ma solo l’1,7% delle aziende ha più di 50 addetti. «Serve innovazione per andare ad occupare nicchie di mercato ad alto valore aggiunto» ha commentato Anzivino.

Nella tavola rotonda, quattro società hanno portato il proprio esempio di innovazione. Chiara Rossetto, a.d. dell’omonimo Molino ha spiegato: «Innovare nella farina non è semplice: noi però ci confrontiamo costantemente con i nostri clienti e riusciamo così a cogliere con velocità i cambiamenti». Alessandro Banzato, presidente di Acciaierie Venete, ha annunciato di essere pronto alla sfida europea nei prossimi anni e ha sottolineato le difficoltà che sono costrette a subire le aziende italiane per lavorare. Forte spinta all’innovazione anche per PittaRosso. «In quattro anni abbiamo rivoluzionato la società» ha dichiarato l’ad del gruppo padovano Andrea Cipolloni. «Abbiamo triplicato il fatturato e quadruplicato i dipendenti: oggi siamo in tutta Italia, Francia e Slovenia». Nicola Meneghello di Thron, società che gestisce e distribuzione i contenuti digitali, ha l’innovazione nel dna aziendale. «Stiamo portando a Piazzola sul Brenta i migliori cervelli – tra cui l’ex numero due di Microsoft Richard Belluzzo –. Solo puntando sulle persone possiamo essere competitivi».

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