Ferriera di Trieste, cinque anni e 130 milioni per il polo della logistica al posto dell’area a caldo

Ecco il piano industriale di Icop-Plt che sarà allegato all’Accordo di programma sulla riconversione della Ferriera di Servola. In previsione 70 nuove assunzioni
La Ferriera di Servola
La Ferriera di Servola

Un investimento da 130 milioni di euro e 70 nuovi assunti, per trasformare in cinque anni l’ormai ex area a caldo della Ferriera di Servola in un comprensorio logistico a servizio del porto. L’Accordo di programma si avvicina alla firma e vi sarà allegato anche il piano industriale di Icop, impresa di costruzioni socia di Piattaforma logistica srl e suo braccio operativo in questa fase di trattative sui terreni confinanti. Spetterà a Icop-Plt gestire di concerto con il gruppo Arvedi la messa in sicurezza dei terreni e realizzare i piazzali per creare un moderno terminal portuale che si porrà a servizio del Molo VIII.


Il futuro comincia ora

L’Adp non riguarda solo la dismissione dell’area a caldo e il rafforzamento del laminatoio. La discesa in campo di Icop-Plt avvia infatti la trasformazione logistica del comprensorio, ponendo le basi per il successivo sviluppo del Molo VIII, di cui la zona oggi occupata da cokeria e altoforno diventerà snodo su ferro e su gomma. Da qui le merci arriveranno e partiranno alla volta dell’Europa centrale, grazie alla costruzione della cosiddetta Grande stazione di Servola e di uno snodo autostradale diretto sulla Grande viabilità.

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L’area è insomma la pietra di volta per lo sviluppo del Molo VIII e forse sarà proprio la firma dell’Adp a fornire la spinta necessaria per chiudere l’intesa che Piattaforma logistica srl sta cercando da oltre due anni con possibili partner, che possano garantire forza economica e presenza di navi tali da rendere possibile la costruzione dei primi lotti del Molo VIII e garantirne la sostenibilità grazie alla deviazione di traffici sul porto di Trieste. Una prospettiva che secondo gli estensori del business plan garantirà centinaia di posti di lavoro.

Il piano industriale

Icop ha articolato in tre fasi il suo apporto nell’ex stabilimento siderurgico, per un costo rispettivo di 57,5, 20,2 e 20,7 milioni. Il totale fa 98,4 milioni, ma bisogna aggiungere i 21 milioni che vale complessivamente l’operazione con cui i costruttori rileveranno da Arvedi i terreni di proprietà nella complessa operazione di scambio delle aree, che vede il coinvolgimento dell’Agenzia del demanio. Le risorse saranno messe a disposizione interamente da Icop, che sta valutando varie ipotesi sul tappeto. Solo l’accordo industriale con un partner di peso dirà poi quale potenza di fuoco potrà dare manforte agli imprenditori Vittorio Petrucco e Francesco Parisi. Per completare il quadro, vanno infine aggiunti 7 milioni, per l’acquisto di due gru e attrezzature destinate alla movimentazione di merci tra navi, piazzali e ferrovia.



Il tutto richiederà cinque anni: se la demolizione degli impianti esistenti e la graduale realizzazione della messa in sicurezza ambientale e delle pavimentazioni dureranno fino al 2025, già nel 2021-2022 si rimuoveranno i cumuli di terreno e rifiuti che occupano il cosiddetto “Nasone” e si realizzeranno le nuove banchine. Ne risulterà un’area in cui i terreni saranno messi in sicurezza dalla possibile diffusione di sostanze inquinanti attraverso una pavimentazione in calcestruzzo sui terreni di cokeria e altoforno. I piazzali (in grigio sulla mappa) serviranno a sistemare container e rimorchi, mentre su una sezione passeranno il nuovo fascio di binari e lo svincolo autostradale, che correranno paralleli fino alla Piattaforma logistica, in fase di ultimazione.

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Le banchine

Il progetto occuperà 29 ettari: 14 per movimentazione e deposito di container e rimorchi; 2 per la realizzazione presso il cosiddetto “Nasone” di una nuova banchina da 219 metri proprio accanto alla Piattaforma per l’attracco di portacontainer e traghetti ro-ro; 7 per attrezzare nei pressi del laminatoio altri 350 metri di banchina dedicata ad attività logistiche per la siderurgia; 3 per gli spazi necessari a far passare i tracciati di ferrovia e svincolo autostradale; 3 adibiti a parcheggi.

Il “Nasone” costituirà un prolungamento della Piattaforma logistica e, come questa, svolgerà attività legate a container e ro-ro. Più a sud, nei pressi del laminatoio, sarà realizzata un’altra linea di attracco per funzioni siderurgiche. Entrambe le infrastrutture avranno una concessione di 26 anni e si affiancheranno alla Piattaforma, consentendo secondo il piano di Icop-Plt di ottenere ricavi totali per 23 milioni all’anno: 12,5 milioni per la movimentazione di 120 mila container e 12 mila tank container, 5 milioni per il traffico di 50 mila ro-ro e 5 milioni per le attività della parte siderurgica. Tra le due banchine, Invitalia procederà infine al consolidamento dell’attuale fascia costiera, con quel barrieramento necessario a bloccare lo sversamento di inquinanti in mare: i piani di Icop prevedono in futuro di unire con una banchina il Nasone al terminal siderurgico, ma per questo serviranno gli investimenti del partner straniero, con i quali proprio da qui partirà il graduale allungamento verso il mare del Molo VIII, il cui primo lotto potrebbe essere pronto nel 2030.

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Una foto dall’alto del comprensorio occupato dalla Ferriera di Servola


Il nodo occupazionale

Il piano di Icop-Plt prevede due attività portuali distinte. Nella banchina siderurgica, Parisi e Petrucco erediteranno 33 dei 38 dipendenti attualmente impiegati da Arvedi e gestiranno per suo conto un servizio basato da una parte sull’arrivo a Servola di rottami, ghisa e minerali di ferro da trasportare a Cremona per le successive lavorazioni e, dall’altra, sulla partenza da Trieste dei coils di laminato che usciranno dall’area a freddo. Gli accordi attuali prevedono che Icop-Plt segua per i primi quattro anni il traffico per conto di Arvedi e che, dopo questa fase, il gruppo lombardo subentri in proprio o rinnovi la modalità vigente. Piattaforma logistica e nuova banchina del “Nasone” svolgeranno invece attività di carico e scarico di navi container, feeder e traghetti ro-ro. In questo caso il piano prevede 70 nuovi assunti (53 operativi, 10 tecnici e 7 amministrativi), ma qui rimane una divergenza di vedute con la Regione. La giunta Fedriga chiede all’impresa di dare priorità nelle assunzioni agli esuberi della Ferriera, ma Icop-Plt non pare disposta ad accettare vincoli, volendo puntare su competenze più specifiche in ambito logistico. Il business plan guarda peraltro in avanti e ben oltre l’Adp, sottolineando che «la realizzazione del Molo VIII e l’occupazione di alcune centinaia di addetti rappresentano una delle prospettive di lavoro più rilevanti per la città di Trieste». —




 

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