Al summit di Venezia il piano green Generali «Stop ai gas serra»
Trieste guida l’alleanza dei big delle polizze. Investimenti
fino a 9,5 miliardi. Donnet: economia a emissioni zero
TRIESTE Il piano green di Generali approda al G20. Il gruppo triestino guida il fronte dei big mondiali delle assicurazioni riuniti per la prima volta in una grande alleanza per il clima presentata a Venezia: «Quella climatica è un'emergenza che richiede non solo la nostra piena attenzione, ma anche la nostra azione urgente. Vogliamo supportare attivamente una transizione giusta e inclusiva verso un'economia a zero emissioni nette», ha sottolineato il numero uno del Leone Philippe Donnet al fianco del ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco. La ripresa per Donnet deve essere green e digitale. A margine del G20 ieri è stato anche presentato il progetto della Fondazione Venezia «capitale mondiale della sostenibilità» che mette in campo fino a 4 miliardi di finanziamenti pubblici e privati, con un occhio al Recovery Plan, e avrà sede nelle Procuratie Vecchie in piazza San Marco messe a disposizione dalle Generali.
Una scelta non casuale quella di chiamare il gruppo triestino al palcoscenico dei Grandi a Venezia. Le Generali sono state incluse nella «2020 Global 100 Most Sustainable Corporations» di Corporate Knights, la classifica che individua le 100 imprese più sostenibili del mondo: «Gli assicuratori -ha detto Donnet- possono davvero sostenere l’ambizione dell’Europa di diventare il primo continente a impatto climatico zero, per poterlo fare dobbiamo avere il giusto contesto politico che stimoli, o almeno non scoraggi, gli investimenti in progetti a lungo termine e sostenibili». La ripresa per il Ceo deve essere «green e digitale». Un messaggio in piena sintonia con il governo Draghi che su ambiente e digitale ha fondato il piano del Recovery Plan: «Possiamo sostenere politiche governative impegnate per una transizione socialmente giusta dei settori economici», ha detto Donnet.
La Net-Zero Insurance Alliance si propone «di unire le forze di istituzioni e big mondiali delle polizze per conseguire un impatto significativo e duraturo sul clima», sottolineano le Generali. Riunisce un gruppo di 18 fondi pensione e compagnie assicurative, nato su iniziativa delle Nazioni Unite, che si impegna a ridurre a zero l'emissioni nette di gas serra dei propri portafogli per evitare un aumento della temperatura globale oltre l'obiettivo di Parigi di 1,5 gradi centigradi. L’alleanza è stata sottoscritta da otto dei leader mondiali delle assicurazioni e riassicurazioni solitamente rivali fra loro: oltre alle Generali Axa, Allianz, Aviva, Munich Re, Scor, Swiss Re e Zurich Insurance Group. Questi big assicurativi lavorano a stretto contatto con le società in portafoglio al fine di cambiare i modelli di business «adottando pratiche rispettose del clima e impostando idealmente un obiettivo di zero emissioni nette». Gli asset totali gestiti dai membri di Alliance superano i 4,3 trilioni di dollari. Le compagnie intendono azzerare entro il 2050 le emissioni nette dei propri portafogli assicurativi e riassicurativi, contribuendo così a mantenere l'aumento della temperatura globale entro i limiti. Ciascun membro stabilirà individualmente ogni cinque anni obiettivi intermedi che si sottolinea saranno basati sui risultati della scienza e comunicheranno annualmente in modo indipendente i progressi realizzati per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi sul clima.
La sostenibilità è diventata il nuovo mantra della grande finanza. Le Generali prevedono di realizzare tra il 2021 e il 2025 ulteriori investimenti in obbligazioni verdi e sostenibili per un valore compreso tra 8,5 e 9,5 miliardi escludendo dai portafogli il settore del carbone «per arrivare a una completa dismissione del finanziamento di queste attività». Nel corso dell’ultimo triennio, il Leone ha effettuato 6 miliardi di nuovi investimenti verdi e sostenibili, superando con un anno di anticipo l'obiettivo strategico di 4,5 miliardi di euro entro il 2021. L'esposizione assicurativa ai combustibili fossili a livello globale è inferiore allo 0,1% dei premi danni.—
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