Assalto al Banco Bpm: Jp Morgan a fianco del Crédit Agricol
La banca d’affari statunitense al 7,5% nel capitale dell’istituto guidato da Castagna
VERONA. Jp Morgan accresce la sua partecipazione in Banco Bpm, dimostrando così di giocare un ruolo di primo piano al fianco di Crédit Agricole, che nei giorni ha annunciato di avere in mano il 9,18% dell’istituto lombardo-veneto. La banca d’affari statunitense, che era salita fino al 6,5% del Banco prima che arrivassero i francesi, ai quali aveva girato le proprie azioni il 7 aprile, all’indomani è tornata a essere tra i soci rilevanti dell’istituto italiano con il 7,5% del capitale, composto per il 3,38% da azioni e per il 4,14% da posizioni lunghe.
Considerato che negli ultimi anni le investment bank a Stelle e Strisce non hanno mai mostrato interesse per gli istituti retail italiani, tra gli addetti ai lavori cresce la convinzione che presto anche questa quota passerà di mano alla banque vertre. Con quest’ultima che dunque arriverebbe a sfiorare il 15,7% del capitale: troppo per pensare solo a una partecipazione finanziaria.
Le soluzioni più probabili oggi appaiono due: il lancio di un’Opa per controllare l’istituto italiano o – possibilità meno dispendiosa – legami sempre più stretti tra le due società per tenere lontana UniCredit, che nei mesi scorsi era stata a un passo dal lanciare un’offerta d’acquisto sul terzo gruppo bancario nazionale, salvo stopparsi per l’impennata del valore azionario conseguente alla fuga di notizia. Per altro, nei prossimi giorni si saprà se vi sono stati ulteriori movimenti nel capitale dopo l’8 aprile. A questo punto sul mercato si riflette sulle prossime mosse che potrebbe fare l’istituto francese. Dopo che il Banco ha esercitato l’opzione per acquistare – con un esborso di circa 310 milioni di euro - da Covéa Coopération Sa l’81% di Bipiemme Vita, compagnia assicurativa attiva di cui già possedeva il 19%, si scommette sulla possibilità che la banque vertre presenti un’offerta per una partecipazione di maggioranza del business bancassicurativo del Banco.
In ogni caso non sono attese novità a breve, dato che prima l’istituto guidato da Giuseppe Castagna dovrebbe risolvere un'altra partnership nel settore, secondo l’orientamento a internazionalizzare il business delle polizze già evidenziato nel piano industriale. Si tratta Vera Vita e Vera Assicurazioni, partecipate al 65% da Cattolica Assicurazioni. Con la compagnia scaligera vige un accordo, siglato prima che quest’ultimo passasse sotto il controllo di Generali, in virtù del quale la banca può vantare un’opzione a favore del Banco per l’acquisto del residuo 65% di entrambe le compagnie esercitabile a partire dal 1° gennaio prossimo.
Riproduzione riservata © il Nord Est