Banca Finint punta alla crescita organica: «Investiremo ancora nelle competenze»

Gli obiettivi finanziari vedono un incremento dei ricavi a 190 milioni con un tasso annuo a doppia cifra. Il presidente Enrico Marchi: «Siamo un unicum nel mercato». L’ad Izzi: «Integrazione dei business e innovazione tech»

Roberta Paolini

Crescita, talento e integrazione. I pilastri del piano strategico 2024-2026 di Banca Finint potrebbe essere riassunto in questi tre punti.

Il gruppo bancario di Conegliano, già riconosciuto leader in ambiti quali cartolarizzazioni, minibond e basket bond, ha definito un percorso evolutivo che si basa su quattro pilastri fondamentali: crescita sostenibile, elevata profittabilità, efficienza operativa e sviluppo delle competenze.

«Negli anni il nostro Gruppo ha compiuto un percorso di sviluppo costante che lo ha portato a diventare un unicum sul mercato, una realtà di eccellenza che si distingue per la sua capacità di innovazione e flessibilità» ha spiegato il presidente Enrico Marchi. «Grazie ai nostri professionisti - ha aggiunto -abbiamo portato avanti nel tempo un’importante crescita dimensionale, anche attraverso la diversificazione in settori complementari e ad alto valore aggiunto come il Private Banking, e oggi facciamo un nuovo passo verso il nostro futuro».

Il nuovo Piano Strategico prevede un incremento dei ricavi, con un margine di intermediazione superiore a 190 milioni di euro (+15% di tasso di crescita annuo composto). La gestione degli Asset Under Management si attesterà a 18 miliardi di euro (+15% CAGR), mentre il Return on Tangible Equity (rendimento del patrimonio netto tangibile) è previsto stabilmente sopra il 20%, un risultato significativo rispetto al contesto di mercato. Il miglioramento dell’efficienza operativa sarà testimoniato dalla riduzione del Cost Income Ratio di oltre 5 punti percentuali, che scenderà sotto il 76%, mentre la solidità patrimoniale sarà confermata da un CET1 ratio superiore al 16%.

«L'integrazione tra i business del Gruppo e gli investimenti in innovazione tecnologica, con un incremento del 18%, ci permetteranno di continuare a fornire soluzioni personalizzate e flessibili per i nostri clienti» ha spiegato l’ad Lucio Izzi. «Abbiamo un piano improntato alla crescita sostenibile che punta a rafforzare la nostra competitività e liberare il potenziale del Gruppo grazie alla straordinaria qualità delle persone e dei talenti che lavorano con noi».

Il Piano mira a trasformare l’organizzazione del Gruppo verso un modello di business integrato, mantenendo la vocazione specialistica e accelerando l’evoluzione delle fabbriche prodotto. «Abbiamo business unici che detengono record italiani, come le cartolarizzazioni, e continueremo a crescere, aumentando la scala di questi segmenti», ha spiegato Izzi. «L’innovazione e la tecnologia semplificheranno ulteriormente il nostro modello operativo, consentendoci di fornire servizi di consulenza strategica a imprenditori e famiglie, aiutandoli a trovare soluzioni funzionali per la loro crescita, anche attraverso contatti con le principali istituzioni finanziarie».

Un elemento chiave del nuovo Piano è l’investimento nel capitale umano e nelle competenze. Banca Finint prevede di rafforzare la propria rete di Private Banking e ampliare la capacità di servizio verso la media impresa italiana, con l’obiettivo di diventare un partner di riferimento per il corporate finance e la gestione patrimoniale. «Stiamo lavorando per aumentare la nostra capacità di distribuzione, migliorando ulteriormente la qualità del servizio offerto», ha sottolineato Izzi, confermando l’intenzione di incrementare il numero di professionisti dedicati all’advisory e di rafforzare l’organico del Gruppo.

Il piano, spiega Izzi, si concentra su una crescita prevalentemente organica, senza escludere, però, possibili operazioni di M&A. «I nostri obiettivi di ritorno sull’equity ci portano nella fascia più alta di mercato, e siamo pronti a valutare eventuali opportunità se funzionali alla crescita», ha chiarito l’ad.

«La quotazione non è attualmente sul piatto, non ne abbiamo bisogno, ma siamo pronti a farlo se necessario» ha poi concluso. 

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