Banche a Nordest, la mossa di Sparkasse: prove di alleanze attorno a Civibank
La Cassa di Bolzano balzata oltre il 9 per cento in Cividale, mentre Finint e Cassa centrale per ora stanno a guardare

UDINE. Il risiko bancario si sposta a Nordest, un’area passata nel volgere di non troppi anni da un ruolo di protagonista nel mondo del credito, a - diciamolo - terreno di conquista. Appetibile dal punto di vista economico, ma non leader di settore. Il ragionamento può partire da lontano, rispolverando il “c’era una volta...”. C’erano una volta le Banche popolari, primo tentativo di creare un “campione” in Fvg dalla fusione di Udine con Codroipo, Gemona con Latisana... Non se ne fece nulla. C’erano una volta le Casse di risparmio, e anche qui l’approdo non è stato un unico soggetto forte, regionale, ma l’ingresso in altri gruppi.
Ferite ancora aperte
In Veneto le note vicende di BpVi e di Veneto Banca hanno determinato ferite che devono ancora rimarginarsi e ricreato, ancora, occasioni di business per i colossi del credito nazionale, e non. Ma che hanno privato il territorio di un soggetto forte con cuore e cervello a Nordest, che è la condizione sine qua non, secondo Enrico Marchi, presidente di Finint (e di Save), per garantirne la crescita. Ora, se parliamo di dimensione territoriale, il presidio a Nordest è delle Bcc - con altri processi aggregativi in corso e gli effetti della riforma che hanno generato i due gruppi - e singole banche locali.
Prove di alleanza
Tra Civibank, oggi l’ultima banca commerciale indipendente del Fvg, e Sparkasse, leader in Alto Adige, paiono essere iniziate le prove tecniche di alleanza. A fare la mossa è stata la Cassa di risparmio di Bolzano che, esercitando il diritto di opzione nell’ambito dell’operazione sul diritto di recesso esercitata da azionisti dell’ex Popolare al momento della trasformazione in Spa, ha acquistato oltre 1,5 milioni di azioni con un investimento di 8,2 milioni di euro, diventando così primo azionista con il 9,18%.
Una percentuale non casuale, visto che per salire sopra il 10%, sarebbe necessaria l’autorizzazione degli enti regolatori, Banca d’Italia se non Bce. Una mossa che sarebbe stata condivisa con Bankitalia. Di certo meglio Sparkasse di Volksbank, con quest’ultima le sovrapposizioni territoriali ci sarebbero state. Al momento ciò che si può intuire sta nella scelta dei termini con cui i due istituti hanno comunicato l’operazione, parlando di «collaborazioni industriali e strategiche».
Il futuro
Il futuro andrà disegnato, e la direzione la darà l’eventuale decisione di Sparkasse di investire ancora in Civibank partecipando all’aumento di capitale (qualche milione di euro per mantenere la quota), ma la liquidità a Bolzano non manca. Sparkasse si appresta a chiudere una semestrale che, da quel che risulta, sarà la migliore di sempre, sostenuta da ricavi in crescita del 12%, a cui sommare utili da operazioni straordinarie per 25 milioni, mentre la cessione della partecipazione in Cedacri (il closing dell’operazione è dei primi di giugno), ha ulteriormente rafforzato il patrimonio. Altri investitori istituzionali potrebbero essere interessati a Civibank, rumors accennano a Ccb, Cassa centrale banca, che però uscirebbe dal suo petrimetro di azione, come con Carige, operazione che non a caso si è fermata.
La banca del Nordest
Primi passi per la nascita di una banca del Nordest? Chissà. Area complicata il Nordest, a giudicare dalla serrata delle file scattata in Trentino quando Civibank aveva azzardato l’approdo in quella Provincia cercando collaborazioni con Mediocredito. Diciamo che c’è un’ultima chance per creare un “campione” dimensionalmente abbastanza forte che abbia cervello e cuore a Nordest, che nasca da partnership sul piano commerciale, corporate e investimenti, per costruire una banca solida che abbia radici in Fvg, Veneto e Trentino AA. Un’opportunità, questa volta l’ultima. Persa questa non resterà più nulla. —
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