Banco Bpm, l’assemblea approva al 97% il rilancio su Anima

Banco Bpm alza da 6,2 a 7 euro l’offerta pubblica di acquisto su Anima Holding. I soci hanno accolto con un plebiscito la proposta fatta dal cda

Luigi Dell'Olio
Maurizio Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm
Maurizio Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm

Banco Bpm alza da 6,2 a 7 euro l’offerta pubblica di acquisto su Anima Holding. È durata un’ora e quaranta minuti l’assemblea che si è svolta la mattina del 28 febbraio a Milano, con i soci che hanno accolto con un plebiscito la proposta fatta dal cda: ha votato “Sì” il 97,64%, l’1,90% si è astenuto e lo 0,46% ha espresso voto contrario. Presente il 57% del capitale

L’assemblea si è aperta con le parole del presidente Massimo Tononi, che ha evidenziato la presenza di soci per il 56,6% del capitale, tra cui i grandi azionisti Credit Agricole (per il 9,9%), Deutsche Bank (5,18%, ingresso nel capitale comunicato ieri, con diverse fonti che accreditano le mosse dell’istituto tedesco al servizio di Credit Agricole), BalckRock con il 5,4% e Jp Morgan Chase con il 3,6%.

Durante la presentazione dei numeri della società e delle condizioni dell’offerta su Anima, l’amministratore delegato Giuseppe Castagna ha evidenziato che già prima dell’assemblea erano state ricevute adesioni all’offerta al prezzo di 7 euro.

L’Opa «ha una forte rilevanza strategica industriale e di creazione di valore per i nostri azionisti - ha esordito -. Siamo partiti dal 22% nella nostra percentuale di detenzione del titolo Anima, al quale si sono aggiunti degli impegni da parte di alcuni azionisti di Anima molto importanti come Poste italiane e Fsi».

«Con tutto questo – ha sottolineato l’ad – raggiungiamo già una quota che è il 44,8%, che ci consente praticamente di dire che il successo dell'operazione è abbastanza scontato».

Dopo la relazione si è passati all’intervento dei soci. Tra i temi dibattuti, la decisione di tornare all’assemblea in presenza dopo la lunga stagione delle assise da remoto causa Covid.

«E’ la prima volta che una grande società italiana fa una scelta di questo genere, a dimostrazione dell’attenzione ai soci», ha rivendicato Tononi. Il quale ha risposto a un socio, sottolineando che questa scelta non è stata frutto di imposizioni da parte delle autorità.

Numerosi interventi hanno riguardato la possibilità che la Bce riconosca all’operazione il Danish Compromise che consente di ridurre l’assorbimento di capitale nelle operazioni condotte da banche che controllano compagnie assicurative.

«Aspettiamo con molta serenità, non possiamo essere noi a dettare i tempi ai regolatori ma siamo stati molto trasparenti nel dire il punto di atterraggio del capitale sia con il Danish Compromise che senza» è stata la risposta in merito di Castagna.

Da segnalare anche la richiesta di chiarimenti sull’esposizione di UniCredit verso la Russia. «Mi sono limitato a chiedere chiarezza sul punto, dato che l’istituto ha presentato un’Ops su Banco Bpm» ha ricordato in merito Castagna, che poi ha smentito di avere sentore di un’esposizione dell’istituto guidato da Andrea Orcel superiore alle dichiarazioni ufficiali.

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