Banco Bpm risponde a UniCredit: «Nessun rischio su dividendi e patrimonio»
L’istituto guidato da Giuseppe Castagna dopo i dubbi espressi ieri dalla rivale sui cambiamenti nell’Opa di Anima. Poi l’accusa. «UniCredit chiarisca i suoi piani su Commerzbank e Generali»

Il Banco Bpm risponde con un lungo comunicato ai dubbi espressi ieri da UniCredit sui rischi che la banca guidata da Giuseppe Castagna correrebbe alzando il prezzo dell’Opa su Anima e cambiando le condizioni di adesione da parte degli azionisti della società di gestione, ovvero riducendo la soglia di adesione del 66,6%, superata la quale scatterà l’irrevocabilità dell’offerta.
Il nodo è in apparenza tecnico e riguarda la decisione di Banco Bpm di avviare l’offerta anche prima di ottenere da parte delle autorità di vigilanza l’applicazione del cosiddetto “danish copromise”, il sistema che permette alle banche che detengono partecipazioni delle compagnie assicurative di ridurre le riserve tecniche di capitale che gli istituti di credito sono obbligati a detenere a tutela dei propri depositanti. Ieri Unicredit aveva osservato che l’aumento del prezzo dell’Opa da da 6,20 a 7 euro per azione, che Banco Bpm sottoporrà all’assemblea dei soci convocata per il prossimo 28 febbraio, nonché la decisione di procedere nell’offerta metterebbe a rischio l’obbiettivo dell’istituto milanese di conservare nell’arco del proprio piano industriale un patrimonio “Cet1” superiore al 13,1% e di distribuire agli azionisti come dividendi l’80% dei profitti netti.
In una nota diffusa questa mattina Banco Bpm afferma che la delibera dell’assemblea del 28, se approvata, «non comporterà di per sé alcuna rinuncia all’applicazione del regime del Danish Compromise alla partecipazione Anima, detenuta attraverso Banco Bpm Vita, a cui tale regime già si applica, rimanendo pertanto impregiudicata la facoltà per il Consiglio di Amministrazione di valutare le azioni più opportune da adottare nel prosieguo dello svolgimento dell’Offerta nell’interesse dei propri azionisti». Anche se il processo di valutazione da parte della Bce e dell’Eba, l’autorità europea delle banche, è ancora in corso, la banca «ribadisce la propria convinzione, basata sulle previsioni regolamentari vigenti e non su calcoli probabilistici, circa l’applicabilità di tale trattamento regolamentare alla partecipazione in Anima che sarà acquisita all’esito dell’Offerta. Peraltro, come noto, le tempistiche per l’ottenimento di tale conferma da parte delle Autorità competenti dipendono esclusivamente da queste ultime, non essendo previsti termini e procedure predefiniti».
Dopoaver difeso la propria posizione Banco Bpm, che è a sua volta oggetto di un’Offerta pubblica di scambio (Ops) da parte di UniCredit, nella nota diffusa questa mattina attacca poi l’istituto guidato da Andrea Orcel: «Stupisce che UniCredit, mentre fornisce indicazioni sul CET1 ratio di Banco Bpm insinuando dubbi sulla sostenibilità dei target da questa comunicati al mercato, non ritenga opportuno produrre a sua volta esaustivi chiarimenti in merito alle iniziative recentemente avviate dalla stessa (come ad esempio gli investimenti in Commerzbank e Generali) in termini sia di impatto a regime sul proprio CET1 ratio sia di chiarezza del complessivo disegno strategico, nonché dei rischi collegati all’esposizione in Russia». «Tali informazioni assumono rilevanza determinante, nel contesto di un’Ops in cui agli azionisti di Banco Bpm sono offerte azioni UniCredit, per consentire ai destinatari dell’Ops la valutazione dei profili di rischio a cui sarebbero esposti aderendo all’offerta».
Riproduzione riservata © il Nord Est