Banco Bpm-UniCredit: Castagna attacca Orcel

"Hanno il 30% di Commerzbank, il 5% forse l'8% di Generali, l'offerta su di noi. Dicono di essere disciplinati, ma questa disciplina io non la capisco", ha dichiarato Castagna in conferenza stampa

La redazione

Si infiamma lo scontro tra Banco Bpm e Unicredit. L'amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, non nasconde le perplessità sulle strategie del gruppo guidato da Andrea Orcel, mettendo in dubbio la coerenza della "disciplina" finanziaria dichiarata da Unicredit nelle acquisizioni.

"Hanno il 30% di Commerzbank, il 5% forse l'8% di Generali, l'offerta su di noi. Dicono di essere disciplinati, ma questa disciplina io non la capisco", ha dichiarato Castagna in conferenza stampa. Il numero uno di Banco Bpm si è poi interrogato sulla sostenibilità dell'operazione ai parametri finanziari stabiliti da Unicredit. "Mi auguro che abbiano una disciplina, perché con questi numeri è complicato".

Il nodo Golden Power e il ruolo del governo

Oltre agli aspetti industriali, Castagna ha sollevato il tema del Golden Power, ammonendo il governo sul rischio di un'eventuale posizione favorevole a Unicredit. "Sarebbe molto grave se il governo decidesse di appoggiare un'operazione per guadagnare i favori di qualcun altro. Mi auguro di no, mi faccia sperare che non sia così".

Secondo il banchiere, le priorità per il Paese dovrebbero essere "assicurare che il credito sia erogato e garantire una adeguata competizione, evitando lo spopolamento delle filiali".

Il ruolo di Mps e il futuro di Banco Bpm

L'a.d. di Banco Bpm ha anche chiarito la logica dietro l'acquisto del 5% di Mps, evidenziando come l'operazione fosse mirata a creare sinergie nel settore della distribuzione di prodotti finanziari con Anima.

"L'acquisizione di una quota di Mps voleva dare il segnale che eravamo disponibili ad allargare un discorso con Siena. Ora, con l'offerta di Unicredit, questa prospettiva è sfumata e ci troviamo a discutere della nostra strategia".

Tuttavia, Castagna ha ribadito la solidità di Banco Bpm: "Non abbiamo mai sperato che ci salvasse qualcun altro. Ci sentiamo molto forti e ci possiamo difendere molto bene, perché stiamo creando un enorme valore che difficilmente può essere pareggiato".

Castagna ha poi difeso la valutazione di Banco Bpm, sottolineando che le eventuali barriere all'operazione con Unicredit non sono "protezionistiche" ma mirano a garantire una corretta valorizzazione della banca. "Non vogliamo che sia svenduta ai prezzi di due anni fa, ma che sia valutata in base alle prospettive attuali, se deve essere venduta". 

Il banchiere ha poi fatto riferimento al ruolo di Credit Agricole, azionista della banca con una quota del 9,9%, elogiandone il comportamento da investitore di lungo periodo.

"Siamo felicissimi che abbiano fatto un ottimo affare con noi. Hanno una storia di solidità e fedeltà. Mi aspetto un dialogo franco e spero che restino con noi, ma non per rifiuto di offerte altrui, bensì per la convinzione della bontà del loro investimento".

Orcel: "Nessun problema regolatorio"

Dal fronte opposto, Andrea Orcel getta acqua sul fuoco, minimizzando i rischi di un blocco regolatorio dell'operazione. "Se guardiamo i numeri in termini di Antitrust, siamo molto lontani dall'avere problemi significativi. Siamo abbastanza ottimisti", ha dichiarato il ceo di Unicredit in un'intervista a Bloomberg TV.

Quanto al possibile intervento del governo, Orcel si dice sereno: "Il governo sta osservando con attenzione, ma ha chiarito che lascia funzionare il mercato. Se è così, penso che stiamo facendo ciò che dobbiamo e faremo quel che dobbiamo fare". Lo scontro resta aperto e i prossimi sviluppi dipenderanno dalle decisioni dell'esecutivo e dal sentiment degli azionisti. Nel frattempo, Banco Bpm si compatta nella difesa della propria autonomia, mentre Unicredit continua a lavorare per costruire un'operazione che,

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