Banco, plebiscito su Anima. UniCredit valuta di rinunciare

I soci di Bpm in assise hanno deliberato per oltre il 97% di alzare a 7 euro l’offerta Ora l’Ops di Piazza Gae Aulenti diventa più dispendiosa e non è detto vada avanti «Con la nostra quota e azionisti importanti come Fsi e Poste siamo al 44,8% della Sgr»

Luigi Dell’olio

La palla passa a UniCredit. Ieri i soci di Banco Bpm hanno approvato con un voto bulgaro la proposta di alzare da 6,2 a 7 euro l’offerta pubblica di acquisto su Anima Holding per adeguarla al prezzo fatto dal mercato. Questo significa che l’Ops (offerta pubblica di scambio) di UniCredit sulla società guidata da Giuseppe Castagna diventa più dispendiosa e non è detto che vada avanti.

Non a caso nei giorni scorsi il ceo dell’istituto di Piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, aveva diffuso una nota per sottolineare che – in caso di via libera assembleare – avrebbe valutato se fare marcia indietro. Una posizione ribadita da fonti vicine all’istituto all’esito del voto di ieri. Il messaggio non ha comunque fatto breccia tra gli azionisti dell’istituto lombardo veneto, tanto che l’ok alla proposta del management è stata approvata con voti in rappresentanza del 97,64% del capitale, mentre appena l’1,90% si è astenuto e lo 0,46% ha espresso voto contrario.

La procedura, svoltasi con voto elettronico, è stata molto rapida e l’esito è stato accolto con un lungo applauso da parte dei presenti, a conferma della fiducia riposta da piccoli e grandi azionisti nel lavoro di Castagna e dei suoi collaboratori.

Il via libera ha riguardato anche la possibilità di poter rinunciare alle condizioni di efficacia pubblicate lo scorso novembre, al momento dell’annuncio dell’Opa, tra cui l’ottenimento del Danish Compromise (che consente alle banche di non dover dedurre interamente alcune partecipazioni dal proprio capitale regolamentare se l’operazione viene condotta tramite una compagnia assicurativa controllata) richiesto alla Bce, che ridurrebbe l’impatto sul capitale dell’istituto di circa 1,3 miliardi.

L’assemblea si è aperta con le parole del presidente Massimo Tononi, il qualche ha evidenziato la presenza di 3.536 azionisti in rappresentanza del 56,6% delle quote e ha stilato la lista dei soci rilevanti, a cominciare da Crédit Agricole (per il 9,9% del capitale, con fonti vicine all’istituto francese che hanno confermato la presenza all’assise), per proseguire con Deutsche Bank (5,18%, ingresso nell’azionariato comunicato giovedì, con diverse fonti che accreditano le mosse dell’istituto tedesco al servizio di Crédit Agricole, che attende l’autorizzazione della Bce per salire sopra il 10%), BlackRock con il 5,4% e Jp Morgan Chase con il 3,6%.

Durante la presentazione dei numeri della società e delle condizioni dell’offerta su Anima, Castagna ha evidenziato che già prima dell’assemblea erano state ricevute adesioni all’offerta al prezzo di 7 euro. L’Opa «ha una forte rilevanza strategica industriale e di creazione di valore per i nostri azionisti», ha esordito. Per poi rivendicare: «Si tratta dell'unica operazione tra le tante al momento sul mercato (con riferimento al risiko finanziario in corso, ndr) che non è di scambio, ma in denaro». Quindi ha ricordato: «Siamo partiti dal 22% nella nostra percentuale di detenzione del titolo Anima, al quale si sono aggiunti degli impegni da parte di alcuni azionisti di Anima molto importanti come Poste italiane e Fsi. Con tutto questo raggiungiamo già una quota che è il 44,8%, che ci consente praticamente di dire che il successo dell'operazione è abbastanza scontato».

Dopo la relazione si è passati all’intervento dei soci. Tra i temi dibattuti, la decisione di tornare all’assemblea in presenza dopo la lunga stagione delle assise da remoto causa Covid. «E’ la prima volta che una grande società italiana fa una scelta di questo genere, a dimostrazione dell’attenzione ai soci», ha rivendicato Tononi.

Il quale ha risposto a un socio, sottolineando che questa scelta non è stata frutto di imposizioni da parte delle autorità. Numerosi interventi hanno riguardato la possibilità che la Bce riconosca all’operazione il Danish Compromise.

«Aspettiamo con molta serenità, non possiamo essere noi a dettare i tempi ai regolatori ma siamo stati molto trasparenti nel dire il punto di atterraggio del capitale sia con il Danish Compromise che senza», è stata la risposta in merito di Castagna.

Infine non è mancato un momento di ilarità, quando un socio, dichiaratosi tifoso dell’Inter, ha chiesto all’ad (tifoso del Napoli) se preferisse il successo dell’Opa su Anima o la vittoria del campionato del Napoli, il banchiere ha risposto: «Visto che considero con molto ottimismo l’operazione in corso su Anima, faccio molti auguri alla squadra del socio Caradonna», è stata la risposta di Castagna. Il prossimo appuntamento per Banco Bpm è l’assemblea del 30 aprile sul bilancio 2024, mentre poche settimane dopo gli azionisti saranno chiamati a decidere se aderire all’offerta di scambio da parte di UniCredit. Sempre che, come detto, quest’ultimo non cambi idea dopo la decisione di ieri. —

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