BancoBpm ritira il piano industriale: non è più attuale

VERONA. Banco Bpm ritira il piano industriale al 2023 messo a punto all'inizio di marzo: gli obiettivi, si legge in una nota, «non sono più da considerarsi attuali, in quanto elaborati sulla base di ipotesi formulate prima della diffusione su scala planetaria della pandemia da Covid-19, in uno scenario macroeconomico molto diverso da quello che va determinandosi di giorno in giorno» . Banco Bpm «predisporrà un nuovo piano industriale una volta che il quadro prospettico sarà meglio definito, così da poterlo basare su nuovi e più aggiornati presupposti sia macroeconomici che di settore».

Banco Bpm ha chiuso il primo trimestre dell'anno con un utile netto di 152 milioni di euro, in lieve aumento rispetto ai 150,5 milioni dello stesso periodo del 2019 ma superiore ai 110 milioni attesi dagli analisti. La Banca ha contabilizzato maggiori rettifiche su crediti per 70 milioni «al fine di anticipare il possibile impatto della crisi legata al Covid-19» e conferma di avere una «solida» posizione di capitale, con un cet1 ratio del 12,9%.

Nel corso del trimestre la banca ha registrato ricavi operativi per 1.160 milioni di euro (+8,8% sullo stesso periodo del 2019) con un risultato della gestione operativa che è salito del 27,9% a 526 milioni. A sostenere la dinamica dei ricavi ha contribuito il buon andamento commerciale, con un aumento del 3,1% degli impieghi netti in bonis core alla clientela, saliti a 94 miliardi di euro nel trimestre, e del 2,7% della raccolta diretta core, a quota 90,2 miliardi. Ma anche il risultato netto finanziario, balzato dai 72,3 milioni del 2019 a 206,8 milioni, grazie all'impatto della variazione del proprio merito creditizio, innescato dalla crisi conseguente all'epidemia Covid-19, sulla valutazione al fair value dei certificates emessi da Banca Akros, che ha comportato la rilevazione di un provento di 206 milioni. Banco Bpm ha anche migliorato la qualità dell'attivo con un npe ratio netto sceso nel trimestre dal 5,2 al 5%, corrispondente a uno stock di 5,4 miliardi di euro di crediti deteriorati netti. (ANSA).

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