Bcc Veneta, buona la prima Oltre 3 mila soci in assemblea

La neonata banca di credito cooperativa chiama a raccolta i suoi azionisti

Approvato il bilancio con un utile netto di 77 milioni. Oltre 3 miliardi di impieghi

Roberta Paolini

/ padova

Circa 30 mila soci, masse amministrate per 9,7 miliardi, oltre 3 miliardi di impieghi, 147 mila clienti, un totale attivo superiore ai 6 miliardi e un utile netto nel 2023 di più di 77 milioni.

Eccoli i numeri principali di Bcc Veneta, frutto della fusione tra le due realtà regionali del Credito Cooperativo, Bcc Verona e Vicenza e Bcc Patavina. Sono queste le cifre che sono state portate in assemblea ieri, riunitasi per la prima volta dopo il matrimonio votato a dicembre dell’anno scorso e divenuto effettivo il 12 febbraio di quest’anno.

Alla Fiera di Padova sono stati oltre 3.300 soci, che hanno confermato con la loro presenza e con le deleghe l’interesse a prendere parte alla votazione del bilancio 2023 dei due istituti ante fusione. Dati che confermano la solidità del progetto e la visione prospettica data da questa recente aggregazione. Bcc Veneta è oggi la terza Bcc a livello italiano per sportelli, la quarta per attivo, la sesta per soci e tra le più grandi banche dell’intero Gruppo Iccrea. Il territorio di competenza del nuovo soggetto copre 255 Comuni a presidio delle province venete di Verona, Vicenza, Padova, Venezia, Treviso, Rovigo e le confinanti province di Trento, Brescia e Mantova.

«Il primo dato che va evidenziato – ha spiegato il presidente, Flavio Piva - è il dato sulla fiducia, ovvero il patrimonio immateriale più grande di una banca. I soci, che a dicembre 2023 congiuntamente superavano di poco quota 29 mila, aumentano ancora. Nel primo trimestre del 2024 sfioriamo le 30 mila unità». La compagine sociale cresce, spiega Piva, e aumenta di conseguenza anche l’impegno della banca per fornire prodotti, servizi, consulenza, assistenza. «Nell’ottica di un modello policentrico nella gestione dei territori aumentiamo la nostra presenza: abbiamo inaugurato ad aprile una nuova filiale a Peschiera del Garda nel veronese. Ne apriremo entro l’anno una a Rosà nel vicentino. Un chiaro segnale — conferma Piva – di presidio del territorio, delle comunità, di sostegno al tessuto economico e sociale attraverso la nostra rete di sportelli, attualmente 93, e attraverso i nostri collaboratori, che oggi sono 740. Nel momento in cui il sistema bancario ritiene di dover tagliare servizi, noi vediamo opportunità di aprirne di nuovi».

«Il clima generale di incertezza, dovuto anche all’instabilità politica di aree molto vicine all’Europa e le guerre in atto hanno in generale rallentato la propensione agli investimenti e a progettualità sia per i privati e le famiglie» ha aggiunto il direttore generale, Leopoldo Pilati. «Anche il nostro territorio ha risentito di questa dinamica, sebbene la politica della nostra banca sia stata quella di andare incontro, concedendo credito, a chi aveva idee e progetti per finanziarli e per rilanciare il volano dello sviluppo: arrivando ad oltre 3 miliardi di euro di impieghi totali».

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