Bper-Sondrio, Papa: «Mossa industriale necessaria per proteggerci»

L’Ad Papa difende l’Ops sull’istituto lombardo: «Non è ostile». Unipol perno della futura aggregazione

Luigi Dell'Olio

Un’operazione «non concordata, ma non ostile» che «ha ricevuto un'accelerazione a seguito dei fatti verificatisi negli ultimi due mesi nel mondo bancario italiano», perché si è ritenuto «fondamentale proteggere il nostro posizionamento in Italia». Gianni Franco Papa, ad di Bper ha voluto sgombrare immediatamente il campo. La banca che lui guida è scesa nel campo del risiko bancario, vero, ma come poteva fare altrimenti. Quello che sta avvenendo potrebbe ridisegnare i contorni della finanza italiana, che non è più una foresta pietrificata. Tutt’altro.

L’istituto guidato da Papa, come noto, ha annunciato giovedì sera di aver lanciato un’Offerta pubblica di scambio sulla Banca Popolare di Sondrio. Un’operazione che dovrebbe essere facilitata dal fatto che le due realtà hanno il medesimo azionista di riferimento, il gruppo assicurativo Unipol, la prima al 19,7% (24,77% potenziale), la seconda al 19,9%.

L’offerta, che come detto è carta contro carta (senza esborso di denaro), prevede che vengano assegnate 1,45 azioni di nuova emissione dell'istituto modenese per ogni titolo di quello valtellinese. Quest’ultimo viene valorizzato 4,32 miliardi di euro, ovvero 9,52 euro, vale a dire il 6% in più rispetto alla chiusura di giovedì.

 

Tuttavia ieri il titolo della Popolare di Sondrio ha chiuso a 9,77 euro, salendo dunque al di sopra della valorizzazione proposta da Bper. Mentre quest’ultima ha ceduto il 7,6% dato che l’emissione di nuove azioni comporta la svalutazione dei titoli. Quanto alle tempistiche, martedì si terrà il cda di Sondrio per esaminare la proposta, entro 20 giorni verrà presentato il prospetto dell’Ops in Consob, mentre il 18 aprile sarà convocata l’assemblea di Bper per votare l’aumento di capitale al servizio dell’operazione che dovrà prima passare dalle autorizzazioni di rito. La previsione è che le nozze vadano in porto nella seconda metà dell’anno.

«Questa operazione rappresenta un'opportunità unica di creare un gruppo bancario leader in Italia, con due banche complementari che hanno modelli di business coerenti e che condividono gli stessi valori», ha spiegato nel corso della conferenza stampa Papa.

Il quale ha assicurato che verrebbe «preservato il marchio» della Popolare di Sondrio «nelle aree storiche». La redditività del gruppo bancario risultante dall’operazione beneficerà di sinergie di ricavo stimate a regime fino a 100 milioni per anno e di sinergie di costo fino a 190 milioni ante imposte per anno. Papa ha poi sottolineato che l’istituto emiliano si è confrontato con Unipol prima dell’affondo «senza dare dati finanziari, ma per vedere se c'erano elementi ostativi».

L'ad di Bper, Gianni Franco Papa
L'ad di Bper, Gianni Franco Papa

Per poi aggiungere che «loro non si sono espressi. Dovranno fare una valutazione e hanno detto che devono discuterne nel consiglio di amministrazione». Con questa operazione il gruppo emiliano si toglie dall’angolo in cui era finito dopo che altre realtà finanziarie negli ultimi tempi si sono mosse in direzione del consolidamento. Prima Banco Bpm ha annunciato l’Opa su Anima, quindi UniCredit ha avanzato un’offerta di scambio all’indirizzo del Banco e infine Mps ha lanciato un’Ops su Mediobanca, che in caso di riuscita andrebbe a cambiare gli equilibri di potere anche in casa Generali. Per altro, Unipol e Mediobanca possono vantare un legame storico, che risale ai tempi dell’acquisto di Fondiaria-Sai di Ligresti da parte della compagnia nel 2012. Unipol è anche un socio storico di Piazzetta Cuccia, sebbene con una parentesi di uscita dal capitale, seguita dal rientro. uigi dell’Olio / milano

Un’operazione «non concordata, ma non ostile» che «ha ricevuto un'accelerazione a seguito dei fatti verificatisi negli ultimi due mesi nel mondo bancario italiano», perché si è ritenuto «fondamentale proteggere il nostro posizionamento in Italia». Gianni Franco Papa, ad di Bper ha voluto sgombrare immediatamente il campo. La banca che lui guida è scesa nel campo del risiko bancario, vero, ma come poteva fare altrimenti. Quello che sta avvenendo potrebbe ridisegnare i contorni della finanza italiana, che non è più una foresta pietrificata. Tutt’altro.

L’istituto guidato da Papa, come noto, ha annunciato giovedì sera di aver lanciato un’Offerta pubblica di scambio sulla Banca Popolare di Sondrio. Un’operazione che dovrebbe essere facilitata dal fatto che le due realtà hanno il medesimo azionista di riferimento, il gruppo assicurativo Unipol, la prima al 19,7% (24,77% potenziale), la seconda al 19,9%.

L’offerta, che come detto è carta contro carta (senza esborso di denaro), prevede che vengano assegnate 1,45 azioni di nuova emissione dell'istituto modenese per ogni titolo di quello valtellinese. Quest’ultimo viene valorizzato 4,32 miliardi di euro, ovvero 9,52 euro, vale a dire il 6% in più rispetto alla chiusura di giovedì.

Tuttavia ieri il titolo della Popolare di Sondrio ha chiuso a 9,77 euro, salendo dunque al di sopra della valorizzazione proposta da Bper. Mentre quest’ultima ha ceduto il 7,6% dato che l’emissione di nuove azioni comporta la svalutazione dei titoli. Quanto alle tempistiche, martedì si terrà il cda di Sondrio per esaminare la proposta, entro 20 giorni verrà presentato il prospetto dell’Ops in Consob, mentre il 18 aprile sarà convocata l’assemblea di Bper per votare l’aumento di capitale al servizio dell’operazione che dovrà prima passare dalle autorizzazioni di rito. La previsione è che le nozze vadano in porto nella seconda metà dell’anno.

«Questa operazione rappresenta un'opportunità unica di creare un gruppo bancario leader in Italia, con due banche complementari che hanno modelli di business coerenti e che condividono gli stessi valori», ha spiegato nel corso della conferenza stampa Papa.

Il quale ha assicurato che verrebbe «preservato il marchio» della Popolare di Sondrio «nelle aree storiche». La redditività del gruppo bancario risultante dall’operazione beneficerà di sinergie di ricavo stimate a regime fino a 100 milioni per anno e di sinergie di costo fino a 190 milioni ante imposte per anno. Papa ha poi sottolineato che l’istituto emiliano si è confrontato con Unipol prima dell’affondo «senza dare dati finanziari, ma per vedere se c'erano elementi ostativi».

Per poi aggiungere che «loro non si sono espressi. Dovranno fare una valutazione e hanno detto che devono discuterne nel consiglio di amministrazione». Con questa operazione il gruppo emiliano si toglie dall’angolo in cui era finito dopo che altre realtà finanziarie negli ultimi tempi si sono mosse in direzione del consolidamento. Prima Banco Bpm ha annunciato l’Opa su Anima, quindi UniCredit ha avanzato un’offerta di scambio all’indirizzo del Banco e infine Mps ha lanciato un’Ops su Mediobanca, che in caso di riuscita andrebbe a cambiare gli equilibri di potere anche in casa Generali. Per altro, Unipol e Mediobanca possono vantare un legame storico, che risale ai tempi dell’acquisto di Fondiaria-Sai di Ligresti da parte della compagnia nel 2012. Unipol è anche un socio storico di Piazzetta Cuccia, sebbene con una parentesi di uscita dal capitale, seguita dal rientro. Attualmente detiene il 2,08% dell’istituto milanese e nelle ultime assemblee ha sempre supportato le posizioni del cda in carica.

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