Banco Bpm e Anima con Mps: «Sì all’aumento per Mediobanca»

I consigli di amministrazione hanno dato via libera all’operazione. In caso di successo dell’Ops Delfin primo azionista di Piazzetta Cuccia

 

Giorgio Barbieri

Con il via libera dei consigli di amministrazione di Banco Bpm e di Anima a votare domani a favore dell’aumento di capitale di Monte dei Paschi di Siena il panorama bancario italiano si prepara a una potenziale rivoluzione.

L’istituto guidato da Giuseppe Castagna, con una partecipazione del 5% nel capitale di Mps, ha annunciato ieri ufficialmente la propria intenzione di votare a favore dell’aumento di capitale proposto dall’istituto senese funzionale all’Offerta pubblica di scambio (Ops) su Mediobanca.

Anche Anima Holding, detentrice a propria volta di circa il 4% del capitale dell’istituto senese, si è allineata a questa posizione. Il consiglio di amministrazione dell’asset manager ha infatti discusso l’operazione e ha espresso un orientamento favorevole.

La convergenza delle due realtà — che insieme rappresentano quasi il 9% del capitale di Mps — si inserisce nel contesto più ampio che sta vedendo una ridefinizione degli equilibri tra i grandi attori del sistema bancario italiano.

A fornire una fotografia aggiornata dell’azionariato nel caso in cui l’offerta lanciata da Mps su Mediobanca andasse a buon fine, è un documento integrativo richiesto dalla Consob.

Le simulazioni presentate delineano due possibili scenari: uno con adesione piena (100%) e uno con adesione parziale (66,7%). Nel primo scenario, Delfin — la holding della famiglia Del Vecchio — emergerebbe come primo azionista con il 15,7% del nuovo gruppo, seguita da Francesco Gaetano Caltagirone (5,3%), il ministero dell’Economia (4,2%), il gruppo Banco Bpm-Anima (3,2%) e Mediolanum (2,1%). Se invece l’offerta raccogliesse solo la soglia minima del 66,7%, Delfin salirebbe al 19,9%, Caltagirone al 6,7%, il Mef al 5,4%, Banco BPM-Anima al 4,1% e Mediolanum al 2,7%.

L’operazione avrebbe un impatto rilevante anche in termini di diluizione: gli attuali azionisti di Mps vedrebbero ridursi la propria quota nel nuovo gruppo di circa il 64% in caso di adesione totale, e del 54% in caso di adesione parziale.

A dare voce alla visione strategica che guida queste mosse è stato ieri Francesco Milleri, amministratore delegato di EssilorLuxottica e presidente di Delfin, intervistato da Il Foglio. Milleri ha sottolineato come operazioni come quella tra Mps e Mediobanca rappresentino un’opportunità non solo di mercato, ma anche di rafforzamento dell’intero comparto finanziario italiano.

«Come EssilorLuxottica», ha spiegato Milleri, «siamo protagonisti nel promuovere l’integrazione. Siamo un investitore di lungo periodo che mette a disposizione capacità e competenze per agevolare l’innovazione e sostenere la crescita dimensionale».

L’investimento di Delfin in operazioni come Mps-Mediobanca, dunque, si inserirebbe in una logica più ampia di sistema: rafforzare il tessuto economico e industriale italiano creando valore, consolidando eccellenze e preparando il terreno per una competizione globale più efficace.

Comunque sia, il voto favorevole di Banco Bpm e Anima Holding all’aumento di capitale di Mps rappresenta un passo estremamente importante nell’ottica di una delle operazioni più rilevanti degli ultimi anni nel settore bancario italiano e le prossime settimane saranno decisive per capire se l’Ops troverà l’adesione necessaria. Il tutto in attesa di capire le prossime mosse di UniCredit che a sua volta ha lanciato un’Offerta pubblica di scambio su Banco Bpm.

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