Civibank a Sparkasse: «Noi andiamo avanti con il nostro piano»

Il cda della banca si limita a «prendere atto» della mossa di CariBolzano. L’annunciata Opa accolta con sorpresa, le intenzioni non erano state dichiarate prima

La sede di Civibank a Cividale del Friuli
La sede di Civibank a Cividale del Friuli

CIVIDALE DEL FRIULI. Un Cda blindato dall’obbligo di riservatezza, quello riunitosi il 10 dicembre, nel quartier generale di Civibank a Cividale del Friuli, dal quale esce - a fine riunione - un breve comunicato. Una nota che, al di là dei contenuti, attentamente misurati, chiarisce che la mossa di Sparkasse non era attesa.

«Il Consiglio di amministrazione della Banca di Cividale Spa - si legge - ha preso atto della decisione della Cassa di Risparmio di Bolzano di promuovere un’offerta pubblica di acquisto volontaria avente a oggetto la totalità delle azioni ordinarie della banca e un’offerta pubblica di acquisto volontaria avente a oggetto la totalità dei warrant».

Ma in relazione al comunicato diramato il 9 dicembre da Sparkasse, «dove si fa riferimento all’intenzione di continuare un dialogo con “i vertici di CiviBank” che prosegue “da giugno scorso, per realizzare un’operazione di soddisfazione per entrambe le realtà”, si precisa che, coerentemente a quanto in precedenza comunicato da CiviBank e dall’offerente medesimo, il dialogo avviato dai vertici delle due banche riguardava solo lo sviluppo di potenziali future collaborazioni industriali e/o strategiche nell’ottica del mantenimento dell’indipendenza e dell’autonomia delle due realtà, con l’obiettivo del reciproco rafforzamento».

Non di acquisizioni o scalate si era discusso, in sostanza. Civibank quindi «prende atto» della decisione dell’istituto di Bolzano e nell’attesa delle future mosse, continua a perseguire «il raggiungimento degli obiettivi contenuti nel proprio piano strategico».

Misurata, dunque, la risposta di Civibank, che essendo oggetto di un’annunciata Opa, sottostà alle regole che impongono una comunicazione prudente. A prova di Consob.

Ma al di là delle dichiarazioni ufficiali, l’avanzata di Sparkasse pare aver colto tutti di «sorpresa». Quanto genuina, non è dato sapere, visto che da queste pagine, e non troppo tempo fa, ci eravamo occupati delle potenzialità degli altoatesini. Quindi sorpresa, forse, per la tempistica, non per la mossa in sé che, già nel momento in cui si erano create le condizioni per consentire all’ex Cassa di risparmio di Bolzano di salire dal 9 al 17%, era - quanto meno - ipotizzabile.

Pare - da quel che anche la nota dell’istituto di credito spiega - che le dichiarazioni di intenti non fossero state formalizzate prima d’ora, e che nei colloqui tra i due istituti si fosse discusso di sinergie, certo, non di acquisizioni.

E se pure Bankitalia guarda con attenzione gli istituti di credito di piccola dimensione, non risulta che l’istituto di vigilanza avesse avviato azioni di moral suasion affinché Civibank convolasse a nozze.

Tornando alle condizioni, quali erano? Fondamentalmente una: l’operazione di aumento di capitale. È lì che si sono creati gli spazi di scalata e che hanno visto il territorio rispondere in modo tiepido al progetto. Forse non è stato compreso, forse non è risultato sufficientemente interessante. Fatto sta che, quel che non è apparso evidente al territorio, è risultato interessante per altri.

E questo appeal di Civibank è il risultato di un lungo e faticoso lavoro - che ha avuto anche un costo - di risanamento e consolidamento della piccola banca ex Popolare e ora Spa e benefit, che puntava a restare indipendente. Nelle dichiarazioni di Sparkasse quest’ultimo requisito non dovrebbe venire messo in discussione. L’impegno, dichiarato, è mantenere brand e autonomia. Ovviamente sotto controllo. Sparkasse parla di “gruppo” e il pensiero va a quello federale di Intesa che aveva convinto FriulAdria. Poi i tempi cambiano, gli interlocutori pure, e con essi anche gli scenari.

Ora, dunque, che accadrà? Nell’immediato nulla. Sparkasse resterà in attesa delle decisioni degli organi competenti e, una volta ottenuto il via libera, che potrebbe arrivare entro i prossimi tre mesi, darà materialmente il via all’Opa. E spetterà ai soci, a quel punto, decidere che cosa fare delle proprie azioni.

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