Colpo milionario per il club di imprenditori veneti di Malvestio

A prescindere dai risultati, quello che ormai appare chiaro è che Massimo Malvestio conosce molto bene la teoria dei giochi: è uno stratega del dilemma del prigioniero. O se si preferisce è un appassionato di arti marziali e usa la forza dell’avversario.
Quale che sia la narrazione che vogliamo dare all’avvocato trevigiano trapiantato a Malta, tutte le volte che entra in campo con la sua Plavisgas ne esce con un guadagno. Ieri è stata data notizia che i francesi di Groupe Crit vuole lanciare un’Opa su Openjobmetis, l’agenzia per il lavoro quotata in Borsa in cui Malvestio, con la sua Plavisgas, è salita oltre il 34% del capitale (il 26% circa dei diritti di voto).
Il risultato è che Plavisgas si porterà a casa all’incirca 75 milioni con una plusvalenza sull’operazione dell’85%. Considerando che la costruzione in Openjobsmetis è stata realizzata in circa sei mesi.
La società Plavisgas vede nel suo capitale un gruppo di imprenditori veneti, tra cui le famiglie Stevanato (Stevanato group), Codognotto (omonimo gruppo di trasporto e logistica), Marchetto (Somec), Valter De Bortoli (D.B. Group), Gino Dal Mas (Siliconature), oltre allo stesso Malvestio. L’operazione di accerchiamento sulla società quotata è stata costruita tramite un rastrellamento in fasi successive, il veicolo finanziario è così arrivata a detenere oltre un terzo del capitale con diritti di voto sotto la soglia di Opa.
Il tutto per un titolo con un flottante basso e scambi azionari che riflettono la scarsa liquidità. Un’azione, che risultava di scarso interesse per i fondi, in quanto le Opa successive lanciate su quote di capitale, ne avevano reso difficile scaricare per i gestori dei fondi la partecipazione.
E un titolo illiquido non è adatto a stare in portafogli che necessitano una movimentazione quotidiana sull’asset allocation. Quindi Plavisgas (all’inizio l’operazione era stata fatta con Praude Asset Management, di cui Malvestio è presidente del comitato investimenti e fondatore) ha preso le quote in cui erano rimasti incastrati diversi fondi. Alla base della strategia il fatto che lo statuto di Openjobmetis raddoppia il diritto di voto dopo 24 mesi.
Plavisgas è dunque potuta salire anche oltre il 30%, in quanto con il computo dei diritti di voto rimaneva sotto la soglia di Opa. Sulla carta dunque la società detiene più capitale del primo azionista, Omniafin, anche se quest’ultimo ha una maggior percentuale dei diritti di voto.
Ed è qui che sta il punto, Plavisgas aveva avvertito che si poteva anche valutare un’Opa e dunque l’azionista di riferimento, ormai accerchiato, ha cercato un altro investitore.
Risultato: i francesi si sono fatti avanti con un’offerta per acquistare la totalità delle azioni Openjobmetis detenute da Omniafin, Mti Investimenti e Plavisgas a 16,5 euro per azione, per una valutazione dell’equity (quindi al netto del debito) di 203 milioni. In caso di riuscita il gruppo francese verrebbe a detenere una partecipazione complessiva pari a circa il 57,7%.
Per poi lanciare una successiva Opa su tutto il pacchetto di azioni e delistare la società. Ed ecco fatto, quella che poteva sembrare una debolezza o rendere meno attraente l’azione si è trasformato in un’arma per massimizzare il valore del titolo. In Borsa l’apprezzamento nella giornata di ieri è stata pari al 24,71%, con spazi per salire ancora fino al valore di opa. Il cda di Openjobmetis si è riunito sempre ieri per esaminare la proposta dei francesi, autorizzando la due diligence.
Plavisgas non è nuova a strategie di questo tipo, per massimizzare il valore dei propri investimenti. Malvestio mettendo in campo la sua conoscenza giuridica è in grado di muoversi nelle trame della legge e trovare la via per costruire operazioni ad alto rendimento. Si ricorderà, per esempio, come aiutò tre anni fa Ascopiave a bloccare l’avanzata di A2a, passando alla società guidata da Nicola Cecconato le quote di minoranza di una controllata della multiutility lombarda e bloccando il suo movimento di scalata.
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