Danieli, balzo dei ricavi (+20%): gli ordini a quota 5 miliardi

Nuovo segno più davanti alla semestrale del gruppo Danieli che chiude al 31 dicembre 2022 con 1,8 miliardi di euro di ricavi operativi, in crescita del 20% sul 31 dicembre 2021 e con un Ebitda di 145,5 milioni, +25% rispetto ai 116 del 31 dicembre dell’anno precedente, spinto dai risultati del settore Steel making (Abs) che nel secondo semestre dell’anno scorso ha beneficiato di un mix favorevole fra prezzi, volumi e crediti. Segna un +3% anche il portafoglio ordini, che passa dai 5 miliardi di euro del primo semestre 2022 ai 5,2 miliardi del secondo.
Il fatturato del settore impianti è in crescita, sostenuto dalla produzione di ordini con un contenuto tecnologico più sofisticato, mentre i ricavi del settore acciaio, con 505.000 tonnellate di prodotti spediti, sono in linea con il budget di inizio anno.
«Gli ordini che raccogliamo adesso sono per lo più dovuti alla tecnologia che abbiamo iniziato a sviluppare 18 anni fa - commenta il presidente di Danieli Group, Gianpietro Benedetti -. Il nostro è un mercato lento ad accettare cose nuove, perché tratta di investimenti importanti, che chiedono agli imprenditori di rischiare 300-400 milioni per dotarsi di impianti innovativi. I più spigliati sono gli americani, che hanno per primi compreso le nostre tecnologie: impianti competitivi che riducendo l’Opex (la spesa operativa) riducono automaticamente anche la CO2 e che ci hanno garantito oggi una posizione da front-runners worldwide per il green steel».

Il primo semestre dell’esercizio 2022/23 va in archivio come detto con ricavi in crescita: 1.865,3 milioni totali di cui 1.185,7 relativi al plant making (+39%) e 679,6 milioni riferiti al settore steel making (-4%) con un Ebitda che cresce rispettivamente del 18% e del 33% attestandosi a 76 e 69,5 milioni. L’utile netto del semestre è di 74 milioni, + 24% sui precedenti 59,7, con un contributo significativo della parte di Abs che pesa per 41,1 milioni, in crescita del 72%.
Il portafoglio ordini del Gruppo cresce ancora rispetto al secondo semestre dell’esercizio 2021/2022 attestandosi a 5.190 milioni di euro - garanzia di due anni (almeno) di lavoro per il gruppo -, di cui 400 milioni di euro nel settore della produzione di acciai speciali, +138 milioni di euro, al netto di alcuni importanti contratti già sottoscritti, ma non ancora entrati in vigore (e dunque non contabilizzati nel backlog) in attesa di perfezionare il pacchetto finanziario correlato. Usa, India, Cina e Canada sono le aree che pesano di più sul portafoglio e che in prospettiva promettono maggiori soddisfazioni alla multinazionale friulana che punta però con determinazione anche sull’Europa, mentre ha deciso di sospendere i progetti in corso al 31 dicembre 2022 con clienti russi.
Alla luce dell’evolversi del conflitto in Ucraina il gruppo Danieli ha deciso altresì di mettere in vendita la sua fabbrica in Russia, una piccola realtà che la multinazionale di Buttrio ha da 15 anni e che si occupa prevalentemente di manutenzione e service. Oltre alla chiusura del sito, il gruppo non considera più possibile l’assunzione di nuovi contratti di fornitura per quel mercato. Danieli prevede per il secondo semestre buoni volumi nel settore plant making . —
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