Donnet alla carica: «Generali-Natixis potrà competere a livello globale»
Il nuovo polo dell’asset management primo a livello europeo con 4,1 miliardi di ricavi e 1.900 miliardi di masse gestite
«Questa è un’opportunità straordinaria e unica: stiamo creando una società con solide basi europee, capace di competere a livello globale. Non ci sono molte realtà italiane che possono vantare questa ambizione. Lo dico anche come cittadino italiano». Philippe Donnet, Group ceo delle Generali, ha calato l’asso dell’asset management a ridosso della presentazione del piano industriale previsto a Venezia il 30 gennaio. Aveva dichiarato nell’ultimo piano industriale che l’asset management sarebbe stato uno dei pilastri della strategia, e ieri si è presentato al mercato con l’accordo non vincolante per la creazione di una joint venture con Banque Populaire e Caisse d’Epargne, che detiene Natixis.
L’operazione porta alla nascita del primo polo europeo della gestione del risparmio con 4,1 miliardi di ricavi, il nono al mondo, con 1.900 miliardi di masse gestite e il primo a livello globale nel settore assicurativo. Di fronte ai dubbi circolati nei giorni scorsi, originati dai due soci privati Caltagirone e Delfin, Donnet ha ribadito: «Non commento le posizioni dei soci».
Sulle obiezioni, chiamato direttamente in causa dai giornalisti, ha spiegato: «Il mio ruolo non è di preoccuparmi di scenari ipotetici. Io gestisco la realtà e c’è entusiasmo su questa operazione; me lo aspetterei anche da tutti gli stakeholder e dal Paese». Ha poi aggiunto: «Annunciamo oggi il primo asset manager europeo per ricavi, con un impegno forte per garantire il successo per tutti gli stakeholder, inclusi i clienti. Restiamo proprietari dei nostri asset e della futura strategia di gruppo, che presenteremo al mercato il prossimo giovedì».
Il Memorandum of Understanding, approvato a maggioranza dal board del Leone, coinvolge come detto le rispettive società di asset management, Generali Investments Holding (Gih) e Natixis Investment Managers. Bpce (attraverso Natixis Im) e Gih deterranno ciascuna il 50% della nuova società, con diritti di governance e controllo equamente distribuiti.
Il Ceo di Bpce, Nicolas Namias, sarà nominato presidente del cda, mentre Philippe Donnet, ricoprirà il ruolo di Vicepresidente. Woody Bradford, attuale Ceo di Gih, sarà l’ad della società (per un mandato di 5 anni rinnovabile per altri 5), e Philippe Setbon, Ceo di Natixis, sarà Vice Ceo.
«Si tratta di una piattaforma» ha spiegato Donnet, «con un patrimonio in gestione di tale rilevanza da consolidare la strategia di rafforzamento come player globale, diversificato e distintivo in tutte le asset class. E sarà il primo operatore al mondo per asset in gestione per la clientela assicurativa».
L’operazione prevede l’allocazione di 15 miliardi di “seed capital” nei prossimi cinque anni, con l’obiettivo di diversificare l’offerta, lanciare nuovi prodotti e attrarre masse di terzi. «Questa iniziativa mira a una gestione patrimoniale davvero globale, con solide basi in Italia, Francia e Stati Uniti, e sviluppi in Asia. Siamo una realtà con una forte presenza internazionale e un futuro promettente e innovativo» ha aggiunto Donnet. «Il seed capital è una prassi normale nel mondo dell’asset management: ogni anno utilizziamo una piccola parte dell’asset allocation per avviare nuove strategie nei fondi e attrarre investimenti esterni. Questo continuerà a essere il nostro approccio. Il bello di questa transazione è che il nostro partner, Bpce, non possiede questa capacità, mentre ha una delle migliori capacità di distribuzione negli Stati Uniti, una delle migliori al mondo. Combinando le loro competenze con il nostro business assicurativo, creeremo una realtà molto potente».
La sede della newco sarà in Olanda, «una scelta neutra e pratica per la gestione di una holding, senza impatti fiscali rilevanti. Continueremo a pagare le stesse tasse, se non di più», ha sottolineato Donnet. Le sedi operative saranno a Milano, Parigi e negli Stati Uniti. «Abbiamo informato autorità e governo con trasparenza; l’annuncio di oggi non è una sorpresa. Come per ogni transazione, ci sarà un percorso regolatorio in Italia e Francia, già iniziato con piena collaborazione» ha concluso.
«Abbiamo pianificato 210 milioni di investimenti per la scale-up e la razionalizzazione delle piattaforme IT nei primi due anni», ha dettagliato il Cfo di Generali, Cristiano Borean. «Inoltre, la Joint Venture pagherà un dividendo preferenziale di 125 milioni al nostro partner i primi due anni. Generali beneficerà, nello stesso periodo, del rimborso del prestito di circa 230 milioni utilizzato da Gih per finanziare l’acquisizione di Mgg. Dopo l’attivazione delle sinergie avremo 100 milioni di benefici annui».
Il closing della potenziale combinazione sarà soggetto alle consuete approvazioni normative e previsto entro l’inizio del 2026.
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