Edizione chiude in utile per 177 milioni «Un anno di profonda discontinuità»

«Il 2022 è stato un anno di profonda discontinuità e importante cambiamento per Edizione». Le fil rouge che lega il 2022 di Edizione, la cassaforte della dynasty di Ponzano Veneto lo fornisce il presidente della holding Alessandro Benetton. Con parole che vogliono segnare uno spartiacque nella gestione dell’impero miliardario di famiglia. «Io e i miei cugini - si legge ancora nella lettera agli stakeholders - rappresentanti della seconda generazione della famiglia, grazie anche al contributo di un Consiglio di Amministrazione altamente qualificato, abbiamo impostato una nuova traiettoria per il futuro di Edizione, nel rispetto dei principi cardine dei nostri Padri fondatori: crescita, partnership, internazionalizzazione, sostenibilità e innovazione».
Che il 2022 sia stato un anno particolare è chiaro anche guardando la timeline che identifica la storia della cassaforte, negli ultimi due anni, oltre alla chiusura dell’affaire autostrade si nota la trasformazione di Atlantia, delistata e ora diventata Mundys e l’operazione Autogrill Dufry.
Lo scrive lo stesso Benetton sottolineando che Il primo cardine del cambiamento lo abbiamo impostato su Atlantia, che abbiamo voluto ribattezzare con il nome di Mundys proprio per rimarcare la sua progettualità mondiale. Per raggiungere gli obiettivi sfidanti che ci proponiamo abbiamo innanzitutto lanciato un’Offerta Pubblica totalitaria sulla società, insieme ai compagni di viaggio Blackstone e Fondazione Crt, «per mettere in sicurezza l’unitarietà del Gruppo di fronte a dinamiche di mercato che ne avrebbero provocato lo smembramento».
La seconda grande operazione impostata, ricorda Benetton, « è stato l’accordo strategico di integrazione tra Autogrill e la svizzera Dufry per la creazione di un gruppo globale nei servizi di ristorazione e retail per chi viaggia».
Andando ai numeri i risultati di Gruppo dell’esercizio 2022, nonostante l’incertezza del contesto globale, determinato in primis dal conflitto in Ucraina, dalla conseguente crisi geopolitica e dagli squilibri negli approvvigionamenti energetici e di materie prime (in particolare, in Europa), mostrano una positiva progressione nel recupero degli effetti della pandemia da Covid-19. I Ricavi sono pari a euro 8,4 miliardi, in crescita del 21% rispetto all’esercizio 2021. Il crescente volume delle attività ha comportato un miglioramento dell’EBIT che, anche grazie alla minore incidenza degli Accantonamenti, ammortamenti e svalutazioni, è risultato positivo per 1,4 miliardi. Il risultato netto di competenza del Gruppo del 2022, euro 1,2 miliardi. Un dato che include il contributo di Autostrade fino alla data di cessione e il pro quota della plusvalenza generatasi in Mundys a seguito del suo deconsolidamento.
Sotto l’aspetto finanziario va sottolineata anche la riduzione dell’indebitamento finanziario netto si riduce, passando da 35 miliardi a poco più di 17 miliardi, per effetto sostanzialmente del deconsolidamento della posizione finanziaria netta di Autostrade. Il valore netto degli asset sale a 12,5 miliardi.
A livello di esercizio Edizione ha incassato circa 200 milioni di dividendi totali, con un utile il bilancio di esercizio di 177,6 milioni, che praticamente ha decuplicato il risultato del 2021 che era stato di 17,3 milioni. Una parte dell’utile, circa 100 milioni verrà distribuito sotto forma di dividendo agli azionisti, quindi ai quattro rami della famiglia Benetton, Gdi proporre all’Assemblea degli Azionisti di destinare l’utile dell’esercizio, oltre 64 milioni di euro verranno invece destinato a riserva.
Dando uno sguardo alle aziende controllate spicca il dato di Benetton Group che mostra ricavi cresciuti a oltre 1 miliardo, in incremento del 19 per cento, grazie alla performance del canale diretto dei negozi (+25%) e del canale e-commerce (+20%). Positivo anche l’ebitda, a 103 milioni di euro mentre l’ebit risulta ancora negativo, anche se dimezzando la perdita nonostante gli effetti straordinari sui costi derivanti dall’inflazione. Il risultato netto di gruppo è infine in rosso per 81 milioni, in miglioramento rispetto ai -112 milioni del 2021.
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