Enel, Snam e le altre Tassi bassi e data center ridanno slancio ai titoli delle utilities

Un operatore di Borsa di una banca davanti ai monitor, Milano, 19 Ottobre 2018. ANSA / MATTEO BAZZI
Un operatore di Borsa di una banca davanti ai monitor, Milano, 19 Ottobre 2018. ANSA / MATTEO BAZZI

La ricerca di una relativa stabilità, a fronte delle tante incognite che riguardano sia lo scenario macroeconomico, è la ragione principale che spiega la riscoperta delle utilities, le società che forniscono servizi di pubblica utilità, un settore tendenzialmente caratterizzato da dividendi superiori alla media e da una limitata volatilità.

«Il settore delle utilities è caratterizzato da società che svolgono servizi come la generazione energetica, la raccolta dei rifiuti, il trattamento delle acque e la gestione delle reti di trasmissione elettrica, trasporto gas e acqua. Spesso si tratta di realtà monopoliste od oligopoliste e questo favorisce la visibilità sui flussi di cassa nel lungo periodo, per altro sulla base di contratti spesso indicizzati all'inflazione», annota Stefano Reali, direttore investimenti e fund manager di Pharus Am. «Inoltre offrono dividendi mediamente elevati, tanto da essere definiti dei “bond proxy”, ovvero titoli azionari con caratteristiche simili a quelle di un’obbligazione», aggiunge il gestore. per poi indicare come plausibile un’esposizione a questo settore tra il 5 e il 10% del portafoglio complessivo di un investitore retail.

«Si tratta di un tipico settore difensivo, sensibile meno di altri alle fluttuazioni dell’economia, ma che può rivelarsi poco attraente in caso di accelerazione del ciclo economico», commenta Gabriel Debach, italian market analyst di eToro. Il quale attualmente vede un potenziale di rivalutazione per il settore legato sia a multipli inferiori alla media, sia all’attesa di una crescente richiesta di energia per sostenere l'intelligenza artificiale e dal rinnovato interesse per le energie rinnovabili. Tra i titoli più interessanti cita Enel, attualmente la seconda azienda italiana per capitalizzazione nel Ftse Mib subito dopo Ferrari (tendenzialmente la capitalizzazione elevata è un altro fattore di stabilità delle quotazioni). «Considerando anche i dividendi, negli ultimi cinque anni ha reso il 44% e attualmente presenta un dividend/yield (rapporto tra dividendo e utili attesi nell’esercizio in corso, ndr) al 6%, tra i più elevati del settore. Questo a fronte della tendenza societaria ad alleggerire il debito e migliorare la redditività», aggiunge Debach.

Guardando al di fuori dei confini nazionali l’analista di eToro cita in primo luogo la francese Engie, che presenta multipli contenuti rispetto al percorso di crescita aziendale. Mentre, relativamente a Wall Street, Debach cita NexEra, Xcel Energy e Sempra, «che si trovano in prima linea per beneficiare di una potenziale crescita della domanda di energia dovuta all’intelligenza artificiale e all’espansione delle infrastrutture energetiche».

Tornando all’Italia, Reali cita invece Snam Rete Gas, società che gestisce la rete di trasporto, «con un piano investimenti in business regolati di circa 12 miliardi al 2027 che dovrebbero garantire una crescita dell’utile del 4% l’anno, accompagnato anche da una crescita del dividendo, che già attualmente offre il 6,5%».

Per Pharus tra i titoli più interessanti vi è anche Terna, la principale società italiana nel settore della trasmissione dell'energia elettrica. “La società ha presentato un business plan al 2028 con un piano investimenti da 16,5 miliardi di euro, il più elevato della storia, che si tradurrà in una crescita di utili e dividendi. Inoltre, l’attuale dividend yield è del 4,5%», spiega.

Gianmarco Rania, portfolio manager di Banor, aggiunge un altro elemento: «Negli ultimi cinque anni, le utilities hanno sottoperformato il mercato di circa il 15% soprattutto a causa della politica monetaria restrittiva. Questo perché i titoli del settore in molti casi hanno una forte esposizione debitoria. Oggi siamo all’inizio dell’allentamento monetario per cui la prospettiva è rovesciata».

Rania ricorda quindi che il comparto potrebbe anche beneficiare dei trend secolari, come il sotto-investimento nelle reti elettriche che ha caratterizzato gli ultimi lustri e la prospettiva di rendimenti crescenti delle rinnovabili: «Inoltre i consumi potrebbero crescere di circa il 40%-50% nei prossimi dieci anni, complice la diffusione dei data center», aggiunge Rania. Il quale sottolinea l’interesse per Italgas, leader nella distribuzione di gas in Italia e terzo player a livello europeo. «La sua attività è fortemente regolamentata e ciò le conferisce un profilo di rischio molto difensivo, poco dipendente dal prezzo della commodity sottostante. Inoltre il titolo tratta a sconto di circa il 30% nei confronti del comparto europeo e ha un rendimento da dividendo vicino all’8%», conclude.

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