Fondazioni bancarie, le grandi pulizie sui bilanci: soci Unicredit con 98 milioni di “rosso”

Valori di carico lontani da quelli di Borsa: Cariverona ne ha preso atto iscrivendo maxi perdite. Cassamarca sulla stessa via. Plusvalenze implicite per gli azionisti Intesa: brindano Cariparo e Venezia

Roberta Paolini

PADOVA. Le grandi pulizie sui conti fatte da Fondazione Cariverona rompono un tabù, almeno per quanto riguarda le fondazioni azioniste di UniCredit. Che presto o tardi si troveranno oltre che a ragionare sui valori contabili di carico delle azioni dell’istituto di Piazza Gae Aulenti anche ad un ipotetico aumento di capitale che permetta alla grande banca italiana di digerire un boccone come Mps. Conti alla mano lo scostamento tra valori di bilancio e mercato presenta per le fondazioni azioniste di UniCredit (Cariverona esclusa)un rosso di quasi 98 milioni. La brutta notizia è che sono quasi tutte le piccole fondazioni a dover gestire questa differenza.

Cariverona svaluta

Andiamo con ordine. La Fondazione scaligera presieduta da Alessandro Mazzucco ha provveduto nel bilancio 2020, a scrivere nero su bianco la riduzione del valore della sua storica partecipazione in Unicredit. Una scelta severissima visto che ha deciso che abbattere la partecipazione dai 24,37 euro, a cui era in carico, a 7,8 euro, sui minimi del 2020. Un valore per altro ben inferiore a quello che l’istituto guidato da Andrea Orcel oggi esprime sul mercato, pari a 10,68 euro (valore di venerdì). Tanto che la plusvalenza potenziale, grazie al rally delle Borse, è oggi superiore a 115 milioni di euro. Al 31 dicembre 2020 la partecipazione della Fondazione in UniCredit era pari all’1,8% - immutata rispetto allo scorso esercizio - e rappresentava, espressa a valori di mercato, circa il 18% del totale degli attivi. Ma il suo valore di bilancio è precipitato dai 977 milioni di euro del 2019 ai 312 milioni dell’anno scorso. L’attivo finanziario si è trovato così dimagrito di oltre mezzo miliardo in un battito di ali. Con la fortuna di un cuscinetto composto da 323 milioni di liquidità rispetto ai 51,9 milioni del precedente prospetto contabile. E tutto grazie all’assegno staccato da Cdp, pari a 265 milioni, a conclusione della vertenza che li coinvolgeva.

Se questo è l’antefatto la mossa dell'istituto guidato da Alessandro Mazzucco potrebbe anche spiazzare le altre Fondazioni socie di Unicredit, che invece hanno ancora valori caricati a bilancio lontanissimi dal mercato. E in parte anche dalla realtà.

CrTRieste

È il caso di CrTrieste che al 31 dicembre 2020 aveva 4.465.562 azioni, corrispondenti ad una quota dello 0,20% del capitale sociale della banca, e valorizzate a bilancio a oltre 118 milioni e 775mila euro rispetto ad un valore di mercato ( a fine 2020) di 34,3 milioni di euro. La partecipazione «sussistendo una durevole perdita di valore rispetto al valore di originaria iscrizione al costo di acquisto/conferimento», si legge nel documento, viene svalutata, valore dell'abbattimento circa 4 milioni. Con questa precisazione: «Il valore unitario di mercato della partecipazione all’inizio dell’esercizio era pari a euro 13,07, mentre alla fine dell’esercizio è pari a euro 7,68. Il valore medio contabile di ciascuna azione alla fine dell’esercizio è pari a euro 26,60».

Cassamarca

Situazione analoga anche per Cassamarca. Al 31 dicembre 2020, le azioni Unicredit detenute risultavano pari a 1.999.781, iscritte al portafoglio immobilizzato, per una partecipazione pari allo 0,09% circa del capitale sociale di Unicredit. La partecipazione è stata svalutata per 56,74 milioni risultando così iscritta a oltre 48 milioni di euro, rispetto agli oltre 104 milioni del 2019.

La sede di Fondazione Cassamarca a Treviso
La sede di Fondazione Cassamarca a Treviso

A conti fatti significa una valorizzazione della banca per 24,049 euro ad azione rispetto ai 10,68 di mercato. In sintesi: un valore di mercato di 21,35 milioni di euro (la metà di quella scritta a bilancio). La fondazione presieduta da Luigi Garofalo ha partecipato ai diversi aumenti di capitale resesi necessari in seguito alla grave crisi finanziaria del 2008-2009, mentre è rimasta dall’ultimo del 2017 per complessivi 13 miliardi di Euro. Diluendosi notevolmente.

Cariparo

Diversa la situazione della altre fondazioni azioniste di Intesa Sanpaolo. Cariparo a fine 2020 deteneva 334.111.188 azioni di Ca’ de Sass tutte iscritte tra le poste immobilizzate al valore di 2,011. Il valore di bilancio è dunque a 672 milioni di euro, con una plusvalenza implicita e potenziale di oltre 122 milioni di euro.

Fondazione Friuli

Fondazione Friuli ha invece al 31 dicembre 2020 25.123.256 azioni ordinarie immobilizzate per un valore di 58.034.721 euro (2,31 euro/azione) e da 18.291.317 azioni in attivo circolante per un valore di 44.264.987 euro (2,42 euro/azione), pari ad una percentuale dello 0,224% del capitale sociale del gruppo bancario. In questo caso lo scarto tra valore di bilancio e valore di mercato è positivo per circa 1 milione di euro.

Fondazione Venezia

Fondazione Venezia, infine, detiene oltre 29 milioni e 570 mila azioni di Intesa, per un valore di carico di 2,18 euro e un controvalore di oltre 64,464 milioni di euro, con una plusvalenza implicita e potenziale di oltre 5,85 milioni di euro.—

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