Generali, Donnet: “Non c’è nessuna ipotesi di aggregazione con UniCredit”
"Non c'è nessun progetto e nessuna ipotesi - ha chiarito - e non rientra nella nostra strategia". Un'integrazione che "non ha senso - ha aggiunto il manager - perché stiamo parlando di due cose diverse, di due business differenti, che indebolirebbe entrambe"

ROMA. "Non c'è nessuna ipotesi di aggregazione con Unicredit". Lo ha scandito l'amministratore delegato di Generali Philippe Donnet rispondendo alle domande dei deputati nel corso di un'audizione alla Commissione banche.
"Non c'è nessun progetto e nessuna ipotesi - ha chiarito - e non rientra nella nostra strategia". Un'integrazione che "non ha senso - ha aggiunto il manager - perché stiamo parlando di due cose diverse, di due business differenti, che indebolirebbe entrambe". Un principio, a suo dire che "vale per qualunque società". "E' vero che abbiamo Banca Generali - ha concluso - ma è una società di Wealth Management e non c'entra niente con una banca".
Poi ha aggiunto: "L'Italia è il cuore della nostra strategica e per questo abbiamo fatto l'acquisizione di Cattolica. Vogliamo crescere in Italia in modo organico, perché ormai non c'è più motivo di realizzare altre acquisizioni in Italia".
"Vogliamo integrare nel modo giusto Cattolica in Generali, rispettando l'identità di Cattolica e sviluppandone ulteriormente la presenza sul territorio", ha continuato. "Cercheremo le sinergie nel rispetto delle persone, dell'occupazione e del territorio".
"Vedo solo impatti positivi dalla nostra strategia e dall'integrazione di Cattolica per l'Italia nei prossimi anni. L'Italia è centrale per il nostro gruppo", ha ribadito Donnet. Parlando di Fondazione Cattolica il manager ha sottolineato che "deve avere un ruolo sempre più importante, perché è molto radicata sul territorio e deve far arrivare le ricchezze sul suo territorio. Per me è un ottimo modello e dovremmo avere più fondazioni nel nostro azionariato. Sono convinto dell'importanza di un azionariato di redistribuzione: il dividendo è una fonte di ricchezza che non deve andare solamente nelle tasche di alcuni".
Intanto, si è appreso che la procura di Milano ha aperto un'inchiesta a carico di ignoti con le ipotesi di reato di diffamazione e manipolazione del mercato su una presunta campagna di delegittimazione del board in vista dell'assemblea che lo scorso 29 aprile aveva nominato il cda. Il fascicolo, come anticipato da La Stampa e confermato all'AGI, e' stato aperto dopo la presentazione di un esposto del precedente cda in cui si contestano due interviste: la prima rilasciata il 25 marzo da Francesco Gaetano Caltagirone al Sole 24 ore e l'altra alla Stampa da Luciano Cirina', ex responsabile dell'Austria e del centro Est Europa e candidato Ceo della lista dell'imprenditore romano.
Stando all'esposto, le dichiarazioni a ridosso dell'assemblea degli azionisti avrebbero "travalicato" i limiti del consentito nella "battaglia elettorale" per il rinnovo del consiglio d'amministrazione e condizionato il mercato in un momento delicato per la compagnia triestina.
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