Generali e Cattolica, si studia il rafforzamento del patto

VERONA. L’operazione tra Generali e Cattolica si apre ad ulteriori evoluzioni future, che potrebbero portare anche ad operazioni straordinarie sull'asse tra Verona e Trieste. Negli accordi tra la compagnia scaligera e il Leone, con la sottoscrizione da parte di Trieste di un aumento di capitale riservato per 300 milioni e salire con opzione pro-quota sulla parte restante per altri 50 milioni di euro.Trieste, c'erano: asset management, internet of things, salute e riassicurazione. Ma una volta completato il rafforzamento patrimoniale chiesto da Ivass e la trasformazione di Cattolica in spa si possono aprire nuovi scenari.
La disponibilità delle due società sarebbe quella di valutare operazioni, societarie o di mercato, che consentano il rafforzamento della partnership e le sinergie tra i due gruppi, nonché eventualmente a negoziare e concordare eventuali operazioni straordinarie. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, scrive Equita, Generali al momento escluderebbe comunque la possibilità di lanciare un`opa.
Qualora l`assemblea del 31 luglio approvasse la trasformazione in SPA di Cattolica, Generali diventerà primo azionista con una quota del 24.4%. Equita ritiene che "in un`ottica di medio termine sia immaginabile un`integrazione di Cattolica in Generali anche al fine di sfruttare appieno le sinergie tra i due gruppi".
Cattolica oggi ha inviato una nota in cui comunicava che 34 soci di Cattolica Assicurazioni hanno chiesto al Tribunale delle imprese di Venezia di annullare la delibera assembleare dello scorso 27 giugno che ha conferito la delega al consiglio di amministrazione per procedere con un aumento di capitale da 500 milioni di euro. Nella nota viene precisato che i soci in questione «rappresentano lo 0,18% del totale dei soci» allo scorso 13 luglio, con 54.418 azioni, pari allo 0,03% del totale. Il giudice designato dal Tribunale Lina Tosi, nel frattempo, ha convocato le parti per l'udienza il prossimo 17 agosto.
Cattolica, che ha «immediatamente sottoposto l'atto ai propri difensori Mario Cera, Matteo Rescigno e Matteo De Poli» ritiene «del tutto infondate e temerarie le richieste dei soci attori, che peraltro rappresentano una quota assai poco rilevante in termini sia di azioni che rispetto alla ampia base sociale». Inoltre la Compagnia «conferma che la delibera impugnata da detti soci è stata autorizzata dall'Ivass e regolarmente iscritta nel Registro delle Imprese» .
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