Generali, la lista Assogestioni è pronta
Entro la settimana il deposito dei nomi. Sul fronte del risiko bancario, Caltagirone - azionista del Leone – ha deciso di aderire all’Opa di Banco Bpm su Anima

La lista di Assogestioni è pronta e verrà depositata a ridosso della scadenza ultima per la presentazione dei nomi che concorreranno per il rinnovo del board di Generali, quindi entro il 29 marzo.
Ieri non c’è stata nessuna riunione e il comitato dei gestori non tornerà a riunirsi nei prossimi giorni. La lista sarebbe composta dall’economista Roberto Perotti, già consigliere di Generali nel periodo 2019-2022, Francesca Dominici, esperta di statistica medica, l’ingegner Anelise Sacks, ex Analog Devices, e il banchiere Leopoldo Attolico, già Citi Bank e ora nel cda di Mfe. A votare la lista sarebbero stati Fideuram e Eurizon (in quota Intesa) e Poste Sgr; gli altri gestori, invece, non si sarebbero espressi perché in conflitto di interessi.
Assogestioni ha dunque deciso che correrà, come avvenuto nelle precedenti tornate, per esprimere un suo rappresentante in seno al board della compagnia triestina. E concorrerà insieme a quella di Caltagirone, che dovrebbe comporsi al massimo di sei nomi, e a quella di Mediobanca, che invece presenterà una lista lunga. Nell’eventualità in cui si raggiungesse il 5% dei voti, ad Assogestioni spetterà un rappresentante nel consiglio del Leone. Ciò significa che, se venissero confermate le indiscrezioni circolate, in caso di vittoria della lista Caltagirone, i fondi si troverebbero a svolgere il ruolo di ago della bilancia.
Non sfugge che, in questa delicata partita che si incrocia con l’Ops di Monte dei Paschi su Mediobanca, l’ago della bilancia lo stiano facendo Intesa Sanpaolo — i suoi due rappresentanti avrebbero spinto per comporre una lista dei fondi — e UniCredit, che detiene il 5,2% del Leone (e secondo alcuni starebbe salendo negli acquisti, anche se fonti vicine alla banca hanno finora smentito).
Il cammino della lista Assogestioni non è stato agevole: nella definizione della composizione hanno concorso per l’appunto Intesa, rappresentata da Fideuram e Eurizon, e Banco Poste, dopo che i restanti partecipanti al comitato (Mediobanca, Generali, Mediolanum, Anima, Kairos e Amundi) sono stati decimati dai conflitti di interesse.
Diversi i pareri legali depositati nelle scorse settimane, da Anima e da Intesa. Come pure da Mediobanca Sgr, nello specifico Emilio Franco, ceo della società di gestione di Piazzetta Cuccia, aveva prodotto un parere legale che sosteneva Assogestioni non avrebbe dovuto correre, potendosi ritrovare a fare da ago della bilancia in un cda spaccato tra i rappresentanti di Mediobanca e quelli di Caltagirone. Su posizioni diverse, invece, si sono trovati Intesa, Anima e Poste (anche lei in conflitto secondo Mediobanca), secondo cui i fondi non dovrebbero abdicare al loro ruolo di rappresentanza degli interessi delle minoranze.
Intanto giovedì è atteso un altro passaggio nel complicato quadro del risiko finanziario, con l’assemblea di UniCredit che, tra le altre cose, dovrà deliberare circa l’aumento di capitale finalizzato all’offerta pubblica di scambio su Banco Bpm.
Nei giorni scorsi, l’istituto guidato da Andrea Orcel aveva comunicato, nella nota integrativa alla relazione illustrativa del cda per l'assemblea, che l’Ops su Bpm potrà avere al massimo un impatto di circa 150 punti base sul coefficiente patrimoniale Cet1 di UniCredit. Nel documento si calcola inoltre che, in caso di successo sia dell’Ops sia dell’Opa su Anima, si creerà un gruppo con utili 2027 stimati a 12,8 miliardi.
Intanto, ieri si è appreso che il Gruppo Caltagirone ha deciso di aderire all’Opa di Banco Bpm Vita sulle azioni ordinarie di Anima. A riferirlo una nota, in cui si precisa che il Gruppo è proprietario di un pacchetto azionario pari al 5,84% del capitale sociale della società. Banco Bpm poteva già contare su una quota del 43% circa, comprese le partecipazioni di Poste Italiane e Fsi. Con l'annuncio del gruppo del costruttore romano, dunque, risulta di fatto raggiunta e superata la soglia minima per l'efficacia dell’Opa indicata dal prospetto al 45%.
Sempre ieri l'ad di Bpm Giuseppe Castagna è stato ricevuto a Palazzo Chigi. A inizio marzo anche l'ad di Unicredit, Orcel, era stato a Palazzo Chigi per un incontro con Gaetano Caputi, capo di gabinetto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
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