Generali-Natixis, malumore dei grandi azionisti privati

Secondo il Sole 24 Ore il gruppo Caltagirone e Delfin della famiglia Del Vecchio non vedrebbero di buon occhio l'operazione

La redazione
La sede delle Generali a Mogliano
La sede delle Generali a Mogliano

L'alleanza tra Generali e Natixis va all'esame del Cda il prossimo 20 gennaio per un progetto che al momento è un memorandum of undestanding ma «con l'emergere dei dettagli, sta crescendo il malumore dei grandi azionisti privati, in particolare il gruppo Caltagirone e Delfin, che non vedono di buon occhio l'operazione».

Lo scrive il Sole 24 Ore per il quale «è facile prevedere un acceso dibattito in occasione dell'imminente board, con potenziali ulteriori ricadute. A partire dalla possibile convocazione, su iniziativa degli stessi soci dissenzienti, di un'assemblea straordinaria».

A spiegare l’analisi del Sole è il parallelo che viene tracciato nell'articolo con la recente sentenza del Tribunale di Milano sulla vicenda Vivendi-Tim, relativamente alla vendita della rete fissa a Kkr, nella quale il tribunale - rigettando la richiesta della società francese - ha detto che la delibera andava impugnata in un' assemblea straordinaria.

«Era in quel contesto - afferma il Sole - in sostanza, che andava giocata la battaglia per bloccare la cessione della rete mettendo sotto la lente il potenziale cambiamento dell'oggetto sociale. Mutamento che, nel caso, avrebbe potuto far scattare il diritto di recesso. Per Generali-Natixis, si può parlare di operazione trasformativa che impatti addirittura sull'oggetto sociale? Si viaggia sul filo del diritto».

L'articolo ricostruisce anche le questioni chiave, dall'aspetto finanziario dell'operazione alla qualità degli asset, fino alle prospettive dell'intesa per le quali "a riguardo emergerebbe che al momento non è conosciuta alcuna exit strategy". Il nodo sarebbe comunque il fatto che "la creazione di un nuovo soggetto destinato a diventare uno dei più grandi player europei nell'asset management forte di quasi 2 miliardi di capitali in gestione (i 1.200 miliardi di Natixis e i 650 miliardi di Generali)" non passerà al vaglio dei soci dopo il voto del cda. "Attualmente - scrive il Sole - non è prevista alcuna assemblea straordinaria e questo perché il Leone ritiene che questa operazione rientri a pieno titolo nel mandato degli amministratori".

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