Germano Scarpa: «L’aggregazione Civibank-Sparkasse» farà il bene delle Pmi del territorio»

Il presidente di Biofarma spezza una lancia a favore degli altoatesini che hanno lanciato l’Opa e ricorda che la regione è stata tiepida con l’aumento di capitale

Germano Scarpa
Germano Scarpa

UDINE. Non un’azionista, nemmeno uno che ambisce a un posto in Cda. Germano Scarpa parla da presidente di Biofarma, da imprenditore, un “semplice” osservatore terzo della partita che si sta giocando in seno a CiviBank. «Non fosse così non interverrei» tiene a precisare.

Scarpa, cosa pensa di quella che è diventata una vera e propria disputa per il controllo di CiviBank?

«Se vogliamo guardarla da un lato campanilistico, dovremmo sventolare le bandiere del Friuli in piazza. Io però penso che nel 2022 il mondo sia cambiato e che vi sia una generale necessità di aggregazione che riguarda qualsiasi tipo di attività, industriale, di servizio come pure associativa. E si badi, non mi riferisco a Confindustria ma a un’operazione che ho appena messo a segno a livello nazionale».

Nessun timore quindi per l’aggregato Sparkasse-CiviBank?

«Aggregazioni interne alla regione non se ne possono fare, quindi se quella con Sparkasse porta vantaggi al mondo economico, alle Pmi, non vedo perché dovremmo temerla. E’ un elemento che favorisce lo sviluppo del territorio».

I detrattori dell’Opa la vivono invece come uno scippo di autonomia...

«Sparkasse non vuole cannibalizzare l’istituto. Al contrario la vuole sviluppare. La banca di Bolzano arriva mettendo risorse e competenze. Lo fa per aumentare la sua presenza su un territorio dove non c’era e questo non può essere considerato uno svantaggio uno svantaggio per il nostro di territorio, nel momento in cui opererà a favore del mondo economico, che poi è quello che ha maggiormente bisogno di banche locali, in grado di capire meglio le necessità delle Pmi».

Parla come uno che ha visto il piano industriale...

«Mi hanno presentato il progetto e ci ho visto intenzioni importanti per il territorio. In tutto questo non dimentichiamo che CiviBank ha promosso un aumento di capitale che dal territorio non è stato pienamente supportato. Di questo bisogna prendere atto».

Come dire,vista la parte che hanno fatto nell’aumento di capitale, gli altoatesini si sono guadagnati il ruolo che stanno giocando. Non le dà, questo ruolo, alcuna preoccupazione?

«Il sistema Alto Adige è un sistema che funziona. Se oggi Sparkasse acquista il controllo di CiviBank non solo continuerà a operare sulle linee che aveva prima, ma le rafforzerà. Perché mai dovrebbe agire diversamente? Non dobbiamo avere paura di culture diverse dalle nostre».

Al di là dell’identità, c’è però chi teme possano essevi tagli a personale e filiali...

«Potrà esserci forse qualche operazione di razionalizzazione, ma solo per garantire un miglior servizio al cliente. In questi giorni ho sentito tanti commenti, molti di questi però non guardavano al progetto, che a mio parere, non intende affatto conquistare il Friuli, ma creare valore aggiunto».

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