I fondi cercano occasioni, ma il Fvg rimane freddo

In regione meno vivacità che in Veneto. Aussafer e MarterNeri le ultime acquisizioni
Investor viewing company share price market data on a laptop computer
Investor viewing company share price market data on a laptop computer

L’operazione su Conceria Pasubio, quella su Permasteelisa, Clessidra che acquisisce Botter. In tutto ci sono state oltre 270 cessioni di aziende nel Nordest tra il 2020 e il 2021. Segno che la pandemia ha messo in movimento diverse tessere e accelerato anche i processi di apertura del capitale.

Secondo una analisi condotta dal Gruppo Deals di PwC, che si occupa a livello nazionale di operazioni di natura straordinaria, il Nordest d'Italia ha mostrato buoni segnali di ripresa nel 2021, dopo l’impatto negativo della pandemia sulle operazioni straordinarie nel 2020, dimostrando la forza del tessuto economico del territorio e il desiderio di raccogliere nuove risorse e competenze sia per velocizzare il percorso di crescita aziendale sia per rafforzare il proprio posizionamento attraverso un percorso di consolidamento nel proprio settore.

Nel periodo 2020-2021, la crescita delle operazioni ha segnato un +12% (da 128 a 143), principalmente attribuibile alla crescita avvenuta nelle province di Padova (+77%), Verona (+53%) e Brescia (+53%). In controtendenza il Friuli Venezia Giulia in cui le operazioni sono diminuite del 50%.
Fra le province che costituiscono l’area Nordest, Verona ha fatto registrare il maggior numero di operazioni (26 nel 2021 e 43 nel biennio), seguita da Brescia (23 e 38), Padova (23 e 36) e Treviso (17 e 36).

Il controvalore medio delle operazioni di cessione nel Nordest è stato pari a circa 90 milioni per operazione (valore calcolato solamente sulle operazioni che hanno reso pubblico il corrispettivo) nel 2021, valore superiore alla media dell’anno precedente (53 milioni).

La maggior parte delle cessioni è stata verso operatori industriali (72%) di cui il 33% esteri, dimostrando l’attrattività del Nordest per i gruppi esteri, soprattutto nei settori Industriale, Beni di Consumo e Tech.

«Il razionale principale che ha spinto gli operatori verso la scelta della cessione è stato sia il problema del passaggio generazionale e di managerializzazione dell’azienda sia la necessità di far parte di gruppi industriali più grandi per competere meglio nei mercati mondiali» si legga nell’analisi di Pwc.

«Il numero di transazioni con acquirente nel Nordest è stato di 213 nel periodo 2020-2021, con un leggero calo nel 2021 rispetto al 2020 (-3 operazioni) ed ha riguardato soprattutto i settori Servizi Finanziari, Industriale e Beni di Consumo».
Significativo il ruolo dei private equity del Nordest. I fondi hanno avuto un ruolo fondamentale nella forte accelerazione sull’apertura del capitale. Secondo l’ultimo rapporto di Aifi, associazione del Private Equity, Venture Capital e Private Debt il sentiment degli operatori è di un mercato che continuerà a crescere nel 2022, il 74 per cento degli operatori lo pensa. E i soggetti più attivi, è l’altra previsione, continueranno ad essere il private capital, 61 per cento, rispetto all’attività delle singole aziende.
Manifatturiero, Food&beverage e Beni di consumo, questi sono i tre settori top rilevati da Aifi, che nei primi nove mesi del 2021 ha registrato 51 operazioni nel Triveneto. Un record che vede il Veneto fare la parte del leone con un peso dell’80 per cento.

Le operazioni di buy out sono state in assoluto dominanti, otto su dieci in totale. Tra le operazioni più significative il delisting di Sicit con l’acquisizione della maggioranza del capitale effettuato dal fondo Nb Renaissance tramite il veicolo Intesa holding. Ma interessanti anche dal punto di vista della notorietà del brand l’operazione su Garmont, uno dei nomi di punta nel distretto montebellunese dello sportsystem per il segmento outdoor, che ha ceduto il 65% delle proprie quote azionarie al fondo Riello Investimenti Partners Sgr Spa, guidato da Nicola Riello, terza generazione della dynasty industriale veronese.

NB Aurora, veicolo di permanent capital quotato a Piazza Affari, ha invece rilevato sempre l’anno scorso il 30% di Veneta Cucine, storica azienda trevigiana di progettazione, produzione e realizzazione di cucine, living e complementi d'arredo. Un passaggio tra fondi invece ha interessato il gruppo vicentino di pelli dedicato al segmento automotive di alta gamma Pasubio. Le quote sono transitate da Cvc al Fondo Pai.
Nel segmento infrastrutture F2i ha siglato l'accordo per l'acquisizione da Vei Log, società di investimento dedicata al settore della logistica, del gruppo MarterNeri, titolare di concessioni e autorizzazioni a Monfalcone e a Livorno.

Mentre nel settore del food Gruppo Morato ha acquisito Ro.Mar, storica azienda specializzata nella produzione di pani a fette con sede in provincia di Venezia. Tra i deal targati invece 21Invest, il gruppo di investimento di Alessandro Benetton, va segnalato l’investimento in Witor’s, società con sede a Cremona e di respiro internazionale. E sempre sotto l’insegna di 21 l’operazione di Aussafer, azienda friulana leader nella lavorazione dei metalli ad alta tecnologia, da dicembre 2020 nel portafoglio della 21 In-vest che ha siglato l'acquisizione di Ramo, anch'essa friulana e attiva nello stesso settore.—


 

Argomenti:top500 2022

Riproduzione riservata © il Nord Est