Il cda di Mediobanca pronto a rigettare l’Ops«Con Mps troppi rischi»
Oggi il board di Piazzetta Cuccia darà una valutazione all’offerta del Monte. Gli analisti sollevano dubbi sull’esecuzione e sulle incertezze delle sinergie
Mentre continua l’andamento divergente dei titoli di Mps e Mediobanca, con il Monte Paschi che ha perso circa l'8% dal lancio dell'Ops, oggi il consiglio di amministrazione di Mediobanca si appresta a prendere una posizione formale sull’Ops lanciata dalla banca senese che, ufficiosamente, è già stata definita come ostile.
La maggior parte degli analisti ha giudicato criticamente la proposta. L'attesa è che il Cda rigetti l’operazione. D’altronde nei diversi report circolati in questi giorni sono emersi dubbi sulla solidità dell’operazione e sulla logica industriale e finanziaria che sottende l’offerta.
L’incontro di oggi sarà anche un importante momento di confronto interno. Infatti, nel board di Mediobanca sono presenti due consiglieri espressi dalle minoranze: Sabrina Pucci e Sandro Panizza, nominati nel 2023 dai soci Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio (che detiene il 19,8% di Mediobanca), e il gruppo Caltagirone (accreditato del 7,8%).
Intanto, in Borsa, la performance delle azioni dei due istituti continua ad ampliare la forchetta del concambio. Ieri il Monte ha registrato un calo del 2%, portandosi a 6,36 euro, mentre Mediobanca ha guadagnato un altro 0,2%, chiudendo a 16,5 euro. Il valore delle 2,3 azioni Mps offerte per ogni titolo Mediobanca è sceso a 14,63 euro, con uno sconto dell'11,3% rispetto al valore di mercato di Mediobanca. Attualmente, l'Ops valorizza Mediobanca 12,19 miliardi di euro, rispetto alla capitalizzazione di 13,75 miliardi, creando un gap di circa 1,56 miliardi che, se colmato, comporterebbe un’ulteriore diluizione per i soci di Mps o l’iniezione di capitali freschi.
Diversi analisti, tra cui Morgan Stanley, hanno espresso preoccupazioni riguardo ai rischi di esecuzione dell’operazione, che potrebbero compromettere l’effettivo utilizzo delle Attività Fiscali Differite (Dta), che ammontano a circa 1,2 miliardi. Pur riconoscendo un potenziale valore sulla carta, gli esperti di Morgan Stanley avvertono «che i rischi di esecuzione e la possibilità di una perdita di ricavi possano compromettere l’utilizzo pieno delle Dta previste».
Mantenendo invece una «visione costruttiva su Mediobanca come entità indipendente».Barclays, dal canto suo, riconosce i vantaggi del cross-selling, ma sottolinea che potrebbero emergere sinergie negative, soprattutto a causa del cambio di controllo e dell’incertezza sulle reazioni dei manager chiave, in particolare nelle divisioni Corporate & Investment Banking (Cib) e Wealth Management di Mediobanca.
Deutsche Bank evidenzia che l'acquisizione potrebbe consentire a Mps di diversificare il proprio profilo di utili, grazie alla solida divisione di investment banking di Piazzetta Cuccia, al business del credito al consumo e alla partecipazione del 13% in Assicurazioni Generali.
Tuttavia, la banca tedesca mette in evidenza come questo cambiamento strategico potrebbe introdurre incertezze. Hsbc rileva invece la diversità dei modelli di business e solleva numerosi dubbi sui benefici e il successo della combinazione. «L'accordo era il meno prevedibile tra le banche italiane, data la differenza nei modelli di business» affermano gli analisti che mettono in dubbio il livello delle sinergie potenziali annunciate: 300 milioni di euro sui costi, 300 milioni di euro sui ricavi e 100 milioni di euro sui finanziamenti.
Sul fronte dell’Antitrust Ue, la portavoce della Commissione ha confermato che l'ops non è stata notificata alla Commissione, lasciando alle parti in causa il compito di determinare se l'operazione debba essere segnalata sotto le normative europee sulle concentrazioni. La portavoce ha inoltre precisato che «a seguito della cessione della maggior parte della partecipazione pubblica in Mps, che ha comportato la perdita del controllo sulla banca, il Monte non è più vincolato dal precedente impegno ad astenersi dalle acquisizioni». —
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