Il piano: unione Alperia-Ascopiave per rilevare l’idroelettrico di Erg
Le due multiutility si piacciono da tempo, ora il “matrimonio” ha un obiettivo. Progetto ambizioso, sarebbe solo il primo passo di un piano di sinergie e crescita
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TREVISO. Si piacciono da tempo, e adesso l’occasione per convolare a nozze si fa ghiotta. Ora che sul piatto ci sono gli asset per la produzione di energia idroelettrica messi in vendita da Erg, la trevigiana Ascopiave e l’altoatesina Alperia hanno un motivo in più per cercare di unire le forze.
Il progetto
L’idea: creare due newco paritetiche, una per l’idroelettrico con guida industriale di Alperia, l’altra sulle reti gas, redini in mano ad Ascopiave. L’alleanza sull’operazione Erg potrebbe poi svilupparsi in modo più ampio, allargandosi ad altri business e mettendo a punto anche una joint venture per affrontare insieme le nuove gare sulla distribuzione gas, segmento in cui la multiutility trevigiana punta a rafforzarsi dopo avere ceduto la maggioranza del business retail ad Hera (business sul quale la stessa Alperia aveva messo gli occhi, un paio d’anni fa).
Le sinergie
È già dai tempi della gestione in mano a Silvia Rizzotto, presidente di Asco Holding tra il 2014 e il 2016, che le due realtà si “annusano”. La partita delle aggregazioni a Nordest finora non le ha fatte incontrare. Hanno tanti punti di contatto e di possibile integrazione, e anche “nemici” comuni: entrambe hanno avuto qualche attrito con l’asse Verona-Vicenza. Johann Wohlfarter, direttore generale di Alperia, aveva criticato esplicitamente i piani di fusione a tre fra Agsm e Aim con la lombarda A2A che non erano passati tramite gara. Idem Nicola Cecconato, presidente e amministratore delegato di Ascopiave. Escluse da quel tavolo, ora Asco e Alperia potrebbero far da sé.
L’idroelettrico di Erg
Come detto, è entrata nel vivo la partita per l’idroelettrico di Erg, per il quale sono previste le offerte vincolanti entro fine giugno. In campo ci sono tutti i principali operatori italiani del settore. Dopo la prima scrematura effettuata dagli advisor Mediobanca e Rothschild, sarebbero rimasti in corsa pochi soggetti che puntano a conquistare un asset dal valore rilevante (stimato in 800 milioni, ma c’è chi lo valuta fino a un miliardo di euro). Tra i potenziali acquirenti sarebbero rimasti Eni, Enel, Iren (in partnership con un altro gruppo), A2A (con Ardian), Total, Alpiq insieme con Energy Infrastructure Partners. E, appunto, la cordata composta dall’altoatesina Alperia e da Ascopiave. E i rumors parlano di un’offerta consistente, forse la migliore finora sul piatto.
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Gli asset
Gli asset Erg in vendita per l’idroelettrico sono 19 centrali, sette dighe, tre serbatoi e una stazione di pompaggio, per una potenza complessiva di 527 Mw, tra Umbria, Lazio e Marche, con quaranta gruppi di produzione e 155 km di canali. Il sistema è integrato col territorio e rappresenta anche un’importante area naturalistica all’interno del Parco Fluviale del Nera assieme alla Cascata delle Marmore.
I bilanci
Alperia ha chiuso il 2020 con ricavi complessivi pari a oltre 1,4 miliardi di euro (-7% rispetto al 2019), Ebitda in aumento a 229 milioni (+ 6%) e un utile netto di 60 milioni di euro contro i 56 milioni del 2019. Ascopiave invece ha chiuso il 2020 con un fatturato di quasi 164 milioni di euro e un utile netto di 58,7, mentre per Asco Holding i ricavi consolidati dell’esercizio chiuso al 30 giugno 2020 si attestano a 161,3 milioni di euro, al netto di 449,3 milioni a bilancio come “risultato delle attività cessate” che riguardano la partnership con il gruppo Hera. —
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