Il risiko della sanità privata: il Nordest è un bersaglio

Invecchiamento della popolazione, maggior incidenza delle malattie croniche, aumento dei livelli di reddito e innovazione nelle cure e nelle operazioni, conseguenze del COVID 19. Sono gli elementi strutturali che stanno dietro al boom delle operazioni di M&A nel settore Healthcare e che vedono il Nordest protagonista.
Nel solo biennio 2020-2022 sono stati infatti annunciati cinque deal da parte di gruppi lombardi e romani che acquistano società con sede tra Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna: Garofalo Health Care ha acquistato l’Ospedale privato Domus Nova e Clinica San Francesco, consolidando la sua presenza. Salus e Belluno Medica entrano a far parte del network Synlab Italia ampliando la presenza del gruppo nel Veneto, arrivato a contare circa 30 centri dislocati nella regione.
Il Gruppo Garofalo è la prima ed unica realtà privata sanitaria italiana ad essere quotata sul segmento Euronext STAR di Borsa Italiana. Il Gruppo GHC, con sede centrale a Roma, conta complessivamente 4.200 tra dipendenti e collaboratori. Fondato nel 1999 da Maria Laura Garofalo, in oltre 20 anni di storia il gruppo è cresciuto secondo un obiettivo di diversificazione geografica e settoriale aggregando strutture sanitarie di eccellenza, potenziandole ed efficientandone le risorse.
GHC opera attraverso 32 strutture in otto Regioni e nel Nordest GHC è presente con undici strutture (10 in Veneto e 1 in Friuli Venezia Giulia): tre di tipo ospedaliero, con complessivi 300 posti letto e otto territoriali che erogano prestazioni ambulatoriali e di diagnostica ambulatoriale. Le strutture GHC in quest’area effettuano ogni anno circa 10mila ricoveri ed erogano circa 1 milione e mezzo di prestazioni ambulatoriali. Delle 11 strutture presenti sul territorio di Nordest, 7 sono state acquisite dopo la quotazione in Borsa. Dal 2018 ad oggi, GHC ha investito nel Nordest tra acquisizioni ed investimenti di mantenimento e sviluppo circa 150 milioni di euro.
Dal canto suo, con undici nuove acquisizioni nel 2022, di cui due in Veneto, ben otto in Emilia Romagna e una in Lombardia, Gruppo Centro di medicina guarda sempre più fuori dai confini tradizionali per la propria crescita e sfondare il tetto delle 45 sedi. È questo il primo risultato del piano industriale che in 5 anni prevede investimenti in edilizia sanitaria, acquisizioni, apparecchiature medicali e nuove tecnologie per 100 milioni di euro, con un bilancio di investimenti nel solo 2022 di circa 22 milioni di euro e soprattutto una presenza di 80 sedi in grado di coprire anche il Centro ed il Nord Italia.
Per comprendere l’evoluzione di questa infrastruttura della salute basti pensare che nel 2010 le sedi complessive erano dieci in 3 province del Veneto, con 140 dipendenti, 550 specialisti, con un fatturato che sfiorava i 23 milioni di euro. Oggi Centro di medicina è una rete di strutture sanitarie private e convenzionate con una presenza capillare sul territorio, con sedi tra Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, ed oltre 3.150 addetti di cui 1.950 medici specialisti, 170 infermieri tecnici radiologi, 22 biologi, 112 fisioterapisti, 980 dipendenti tra il personale di staff e servizi al paziente; effettua circa 1,7 milioni di esami di laboratorio, 250 mila prestazioni di radiologia, 40 mila giornate di ricovero, 800 mila prestazioni ambulatoriali.
A questa infrastruttura si rivolgono oltre 1,5 milioni di pazienti ogni anno. «La quotazione rappresenta un’opportunità in termini di visibilità, maggiore autorevolezza sul mercato, ambizioni competitive e non ultimo di attrazione di nuovi talenti», spiega l’ad Vincenzo Papes.
Nata 15 anni fa in provincia di Udine, con una prima offerta composta da ambulatori specialistici, laboratorio analisi e servizi di radiologia, la Friulmedica è oggi un poliambulatorio che vanta due sedi, a Codroipo (sua sede storica) e a San Vito al Tagliamento, alle quali dal 2022 se n’è affiancata una terza, grazie all’acquisizione della tolmezzina Carnia Salus. Partiti con 600mila euro di ricavi il primo anno per arrivare, nel 2022, a chiudere intorno ai 3 milioni di euro.
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