Illegittima l’operazione “baciata” sconfitta la Popolare di Vicenza

Mezzo milione di euro a saldo di una baciata, ma il tribunale di Treviso ha stabilito che l’imprenditore trevigiano non ha alcun debito nei confronti della banca in liquidazione coatta amministrativa

VICENZA. L’allora Popolare di Vicenza gli chiedeva 500 mila euro a saldo di una baciata. Ma il tribunale ha stabilito che l’imprenditore trevigiano – assistito dagli avvocati Roberto Riscica e Gabriele Dozzo – non ha alcun debito nei confronti della banca in liquidazione coatta amministrativa.

La sentenza emessa il 13 dal tribunale di Treviso costituisce un precedente: non è la prima che dichiara illegittime le “operazioni baciate”, ma per la prima volta viene stabilito che la nullità delle baciate non nasce dalla violazione di norme imperative, ma è inefficace per difetto della previa autorizzazione assembleare che la legge impone e che, nel caso di specie, mancava.

Tutto era cominciato nel settembre 2014: l’imprenditore aveva concluso con l’allora Popolare di Vicenza un’operazione finanziariamente assistita per l’acquisto di titoli azionari della stessa banca per un importo di mezzo milione di euro.

Tutto secondo lo schema della “baciata”: la banca provvede a finanziare il cliente fornendogli il denaro necessario ad acquistare le azioni. Nel caso specifico, l’imprenditore era stato finanziato mediante un’apertura di credito in conto corrente della durata di un anno, concessagli al tasso di interesse simbolico dello 0,10%. Quando il finanziamento è scaduto, l’imprenditore avrebbe dovuto pagare alla banca i 500 mila euro messigli a disposizione, per quanto l’operazione gli fosse stata prospettata in termini differenti.

«Mai avrei sottoscritto operazioni che avrebbero dovuto comportare esborsi», è stata la linea difensiva dell’uomo, che ha denunciato la banca berica. Il giudice gli ha dato ragione. L’imprenditore, vincendo la causa, è riuscito a rientrare nella ristretta cerchia degli azionisti delle popolari Venete poste in liquidazione coatta amministrativa che non dovrà sopportare perdite derivanti dall’azzeramento del valore dei loro titoli azionari. —

Riproduzione riservata © il Nord Est