L’ad Brassac: Crédit Agricole è fuori dalla partita per il Banco Bpm

Presentati i conti 2024 del gruppo francese che gestisce nel nostro Paese 2.240 miliardi. Dividendo maggiorato del 5% rispetto allo scorso anno, utile netto di 808 milioni di euro

Luigi Dell'Olio

Crédit Agricole non è interessata a conquistare Banco Bpm, bensì solo a difendere i propri interessi di primo azionista.

Di conseguenza non entra nella disputa che vede contrapposti UniCredit, che ha presentato un’offerta pubblica per rilevare il controllo della banca lombardo-veneta, e il Governo, che ha sollevato riserve sull’italianità dell’istituto milanese.

«Rimaniamo in discussione con tutte le parti interessate per sviluppare i nostri interessi, a seconda di ciò che accadrà in Italia, in particolare a livello politico, in cui non siamo un elemento chiave»

Così Philippe Brassac, amministratore delegato di Crédit Agricole, si è espresso in merito alla situazione di Banco Bpm.

La banca si trova «in una posizione ovviamente opportuna» come maggiore azionista di Banco Bpm: da un lato UniCredit «ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto per Banco Bpm», dall’altro l’istituto di Piazza Meda «vede un possibile stand-alone».

Del resto, l’Agricole è partner di UniCredit nel risparmio gestito, tramite la controllata Amundi, e di Banco Bpm nelle assicurazioni danni.

Oltre a detenere il 15,1% del capitale della banca guidata da Giuseppe Castagna, in attesa che la Bce la autorizzi a salire fino al 19,9%. Brassac ha parlato con gli analisti a margine della presentazione dei risultati 2024, esercizio che si è chiuso con una forte crescita delle attività italiane.

Il gruppo francese, con una forte presenza nel Nord Est (in Friuli e Veneto con l’acquisizione della ex Friuladria), nella Penisola ha registrato un risultato netto aggregato di 1,556 miliardi di euro, mettendo a segno un progresso del 19% rispetto al 2023.

L’utile netto bancario in Italia sale del 14%, raggiungendo quota 808 milioni, con gli impieghi netti saliti di due punti e mezzo.

L’Italia si conferma il secondo mercato del gruppo transalpino, che complessivamente ha conseguito un profitto netto di 7,1 miliardi, vale a dire l’11,6% in più del 2023.

I risultati sono trainati dal comparto del risparmio gestito, che ha chiuso l’annata con un record di masse in gestione, pari a 2.240 miliardi.

Il gruppo ha pertanto deciso di proporre agli azionisti un dividendo maggiorato del 5% rispetto allo scorso anno, a quota 1,10 euro per azione.

«Chiudiamo il 2024 su una nota positiva, grazie a un ottimo quarto trimestre che ha compensato i due precedenti più deboli, consentendoci di raggiungere tutti gli obiettivi del piano strategico con un anno di anticipo», ha detto Brassac, che è in scadenza e a maggio sarà sostituito dal manager interno Olivier Gavalda.

Quanto a possibili acquisizioni, il deputy ceo Jerome Grivet ha detto agli analisti che eventualmente verranno valutate solo acquisizioni di piccole realtà.

Intanto si registrano novità sul fronte Anima, a sua volta oggetto di un’offerta d’acquisto da parte di Banco Bpm.

Il via libera delle authority all’Opa è “atteso” entro il 26 febbraio, ma con «una possibile estensione di un mese».

È quanto si legge nella presentazione dei risultati di Anima Holding.

Entro cinque giorni dalle autorizzazioni, ricorda la società, la Consob deve approvare la pubblicazione del documento d’offerta, su cui poi si esprimerà il Cda di Anima.

Intanto il titolo continua a salire e alla chiusura di ieri valeva ben l’11% in più di quanto messo sul piatto dal Banco. —

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