Le banche al gioco dell’Opa
Le scalate, spesso ostili, che voglio ridisegnare il sistema finanziario italiano entrano nella fase decisiva, tra autorizzazioni della vigilanza e conta dei voti nelle varie assemblee

Un’offerta pubblica di acquisto in contanti, che sarebbe stata conclusa senza difficoltà se fosse rimasta isolata, quella di Banco Bpm sulla società di gestione del risparmio Anima. Una scalata ostile, quella di Unicredit sullo stesso Banco Bpm, che appena annunciata ha suscitato una furibonda e insolitamente pubblica reazione da parte di due ministri, Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, che forse hanno visto deragliare il progetto di unire l’istituto lombardo-veneto con il Monte dei Paschi di Siena.
Un’altra offerta ostile, lanciata proprio dal Monte Paschi, questa volta con il beneplacito esplicito della premier Giorgia Meloni, per conquistare la più prestigiosa tra le banche d’affari italiane, Mediobanca, e permettere di conseguenza ai propri soci forti – il costruttore ed editore romano Francesco Gaetano Caltagirone e la holding Delfin della famiglia Del Vecchio - di portare a conclusione un progetto coltivato da anni, prendendo il controllo delle assicurazioni triestine Generali.
Da ultima, la reazione di Bper Banca: un’offerta di scambio per conquistare la Popolare Sondrio, benvoluta dal maggiore azionista di entrambe (il gruppo assicurativo Unipol) ma difficile da digerire per gli altri soci della banca lombarda, gelosi della propria autonomia.
Il governatore Panetta: «Non compromettere la stabilità»
Dopo mesi di annunci, la stagione più calda della finanza italiana sta entrando nel vivo, con le decisioni che dovranno prendere le autorità di vigilanza, la conta dei voti nelle assemblee e l’avvio delle offerte, con i relativi esiti. Da qui all’estate, verranno decise le sorti di banche del calibro di Banco Bpm e Mediobanca, così come delle Assicurazioni Generali.
Le conseguenze saranno enormi: se le operazioni di concentrazione andranno in porto, ha osservato sabato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, potrà ridursi il divario rispetto alle dimensioni delle banche francesi, spagnole e tedesche. Panetta ha fornito anche una lettura dei motivi per cui, dopo anni di tentativi a vuoto, si è scatenata la corsa alle acquisizioni.
La stagione dei tassi alti ha rinforzato come non mai i bilanci delle banche, dotandole di capitali in eccesso che ora vengono buoni per affrontare le scalate. C’è però l’altra faccia della medaglia, sottolineata sempre dal governatore: con la riduzione dei tassi ormai avviata, i profitti sono destinati a ridursi. Per le banche più fragili, dunque, questo potrebbe essere l’ultimo momento buono per tentare aggregazioni, prima di tornare nell’angolo.
I destini delle diverse operazioni sono comunque in gran parte ancora da giocare, sia dal punto di vista dello schieramento dei soci, sia per le autorizzazioni delle autorità di vigilanza, Bce e Banca d’Italia, che dovranno verificare «la capacità di ciascuna operazione di dar vita a intermediari solidi, efficienti e capaci di operare secondo principi di sana e prudente gestione (…) e senza compromettere la stabilità finanziaria», ha ricordato il governatore Panetta.
Il primo banco di prova: l’assemblea del Banco Bpm
Come nel gioco dell’oca, ogni passaggio sarà dunque decisivo per determinare quelli successivi. Il punto di partenza, salvo nuovi colpi di scena, sarà l’ultimo giorno di febbraio, giovedì 28, quando i soci del Banco Bpm si riuniranno per votare l’aumento da 6,20 a 7 euro del prezzo dell’Opa lanciata su Anima.
C’è anche un altro punto all’ordine del giorno: il mandato al cda per poter variare le condizioni di efficacia, ad esempio riducendo la soglia di adesione minima indicata a suo tempo nel 66,6%. Un segno, forse, che l’istituto guidato da Giuseppe Castagna vuole portare l’operazione a compimento a ogni costo, togliendo alcuni dei paletti fissati in tempi più tranquilli.
Marzo sarà poi il mese delle decisioni del governo, che deve valutare le Ops annunciate da Unicredit su Banco Bpm e da Mps su Mediobanca ai sensi della normativa Golden Power. Data la forte connotazione politica impressa dal governo stesso – con il Tesoro resta il principale azionista di Mps, con una quota dell’11,7% - alle diverse operazioni, qui le dietrologie si sprecano.
Qualcuno si aspetta che il Ministero dell’Economia possa dare l’ok a Unicredit su Banco Bpm in cambio dell’appoggio del tentativo di detronizzare Philippe Donnet dalla poltrona di ceo di Generali, dove l’istituto guidato da Andrea Orcel ha acquistato direttamente il 4,1% diretto e potrebbe già essere oltre. «Sarebbe molto grave se un operatore di mercato decidesse un’operazione di mercato per guadagnare i favori di qualcun altro», ha detto Castagna.
Un’estate bollente
Per molti osservatori, immaginare però che il governo possa spingersi a bloccare un’Ops lanciata da una banca italiana su un’altra banca italiana è un’ipotesi estrema. Il primo momento della verità su questi scenari sarà l’assemblea Unicredit, il 10 aprile: l’istituto ha aperto alla possibilità di posticiparla o di anticiparla, a seconda dei tempi dell’autorizzazione di Bce e Bankitalia all’Ops su Banco Bpm, mentre le condizioni eventualmente poste da governo e Antitrust potrebbero essere valutate anche in seguito. Il secondo momento della verità, invece, sarà l’8 maggio, quando l’assemblea Generali sarà chiamata a nominare il nuovo cda.
Nel frattempo, tuttavia, si inizieranno a definire i giochi dell’altra grande partita intrecciata al Leone triestino. Il 17 aprile, infatti, è annunciata l’assemblea di Mps che dovrà varare l’aumento di capitale necessario a emettere le azioni che saranno offerte in concambio ai soci Mediobanca, per prendersi l’istituto di Piazzetta Cuccia che custodisce il 13,1% delle Generali. Essendo l’operazione di Mps partita più tardi, l’eventuale autorizzazione delle autorità di vigilanza è però probabile che arriverà più in là. Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Mps, ha annunciato che l’offerta dovrebbe partire tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Si preannuncia, dunque, un’estate bollente, almeno per il sistema bancario italiano. —
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