Lovaglio, “Mps vuole il controllo di Mediobanca, non esiste uno scenario diverso”

L’operazione, assicura il ceo di Siena, "non colpirà l'identità di Mediobanca", che dal Leone di Trieste ricava ancora "il 38% del reddito netto". Ma è proprio sul nodo Generali che si giocherà una parte decisiva della partita

Roberta Paolini

L’impressione è che la battaglia sia iniziata da un pezzo. Luigi Lovaglio, CEO di Monte dei Paschi di Siena che ha lanciato una OPS su Mediobanca, lo afferma senza giri di parole: vuole il controllo di Piazzetta Cuccia: "nella fase attuale restiamo su questo e non prendiamo in considerazione uno scenario diverso".

La banca senese, risanata dopo anni di purgatorio, ora si muove con una determinazione che fino a poco tempo fa sarebbe stata impensabile. Il banchiere di lungo corso, forte di "un utile netto di quasi 2 miliardi e un maxi dividendo di oltre 1 miliardo", ha presentato agli analisti un’operazione che mira a integrare Rocca Salimbeni con Piazzetta Cuccia secondo un modello "plug-in", "senza scosse". Ma dietro il lessico rassicurante si cela un piano audace, che potrebbe cambiare gli equilibri del sistema bancario italiano.

L’integrazione, sottolinea Lovaglio, si basa su numeri che parlano chiaro: al netto della quota in Generali, le dimensioni relative delle due banche sono "60-40 a favore di Mps, considerando gli impieghi alla clientela e i finanziamenti diretti e indiretti". L’operazione, assicura il ceo di Siena, "non colpirà l'identità di Mediobanca", che dal Leone di Trieste ricava ancora "il 38% del reddito netto". Ma è proprio sul nodo Generali che si giocherà una parte decisiva della partita. Il controllo della compagnia assicurativa è la vera posta in palio per chi siederà al comando della nuova entità.

Lovaglio, con esperienza di aggregazioni alle spalle (dalla fusione Unicredito-Credito Italiano fino alla combinazione in Polonia tra Pekao e Bank Bph), spiega che questa operazione sarà diversa: non una fusione tra banche commerciali, ma "un'integrazione senza scosse perché è un processo di tipo 'plug-in', ossia dal primo giorno saremo in grado di generare ricavi". Il manager insiste molto sul concetto di "talento", un riferimento neanche troppo velato alla necessità di portare dalla propria parte il management di Piazzetta Cuccia, affinché comprenda "la ratio industriale e finanziaria del progetto per un futuro di crescita e innovazione assieme".

Le sinergie attese valgono "700 milioni di euro", di cui "300 milioni da sinergie di ricavi" e "100 milioni di sinergie di funding è un dato che abbiamo sottostimato e su cui siamo stati molto prudenti". C’è anche un "buffer aggiuntivo sulle piattaforme informatiche, sulle spese amministrative, sui contratti di fornitura con i grandi fornitori che si potrebbero ridiscutere immediatamente". Il tutto, promette, con "un Rote pro-forma al 14%" e "un Cet1 che resterebbe al 16%, superiore all'obiettivo regolamentare del 14%".

Insomma, numeri che dovrebbero convincere anche gli scettici. Ma il mercato ha bisogno di tempo. Gli incontri della scorsa settimana con gli investitori londinesi hanno sorpreso: "L'operazione ha sorpreso il mercato, è chiaro che non è stata immediatamente chiara a tutti la ratio industriale ma una volta spiegata, la sensazione è che la ratio sia stata compresa e condivisa", ha detto Lovaglio. La sfida regolamentare non è secondaria. Mps, ha chiarito l’AD, "può iniziare a comprare azioni Mediobanca anche prima dell'autorizzazione dell'offerta pubblica di scambio da parte delle authority".

"Non abbiamo limiti per quanto riguarda l'acquisto delle azioni, non è necessario un collegamento con l'autorizzazione della Bce", ha spiegato. È un dettaglio che può fare la differenza: entrare prima nel capitale di Piazzetta Cuccia potrebbe dare a Mps un vantaggio strategico nel lungo percorso che porta alla fusione.

Per ora, la scommessa di Lovaglio è chiara: creare un gruppo capace di "creare valore significativo per tutti gli stakeholder" con "un'espansione dell'attuale dimensione del nostro business", in grado di "raggiungere più clienti" e di offrire "una proposta di valore più completa ai clienti già serviti".

Resta da capire se Mediobanca e soprattutto il mercato, che è il suo azionista di riferimento, saranno disposti a giocare questa partita alle condizioni di Mps.

Perché in finanza le aggregazioni non sono mai "senza scosse".

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