L’ultimo treno per i bond societari prima del taglio dei tassi della Bce

Potrebbe essere l’ultimo treno per ottenere rendimenti interessanti dalle obbligazioni societarie. La Bce tornerà a riunirsi giovedì ed è molto probabile che tagli nuovamente i tassi, dopo la prima sforbiciata decisa a giugno.
La maggior parte dei corporate bond attualmente offre rendimenti tra il 3 e il 5% annuo nella categoria “investment grade” (le emissioni di aziende reputate più solide dal mercato) e tra il 4 e il 7% tra gli “high yield” (emittenti con fondamentali meno robusti, che devono alzare la remunerazione).
Si tratta di livelli non trascurabili, considerato che ad agosto l’inflazione si è fermata all’1,1%, mentre il Btp con scadenza novembre offre il 2,7% annuo e quello con quattro anni di vita residua il 3,2%. Il tutto ricordando però che i rendimenti dei titoli di Stato sono tassati al 12,5%, quelli delle emissioni societarie al 26%.
Fermo restando che nel risparmio la diversificazione è la regola aurea, come orientarsi nell’universo dei corporate bond? «Attualmente troviamo attrattivo soprattutto il credito europeo investment grade, adottando una gestione attiva a fronte della dispersione in termini di settori ed emittenti», commenta Marc Rovers, head of euro credit di Lgim. Il quale invita alla prudenza sugli high yield. «La Bce ha chiarito che in materia di tassi adotterà un approccio fortemente incentrato sui dati e con decisioni prese di meeting in meeting, senza dare ulteriori indicazioni agli investitori».
Il riferimento è al fatto che il taglio dei tassi spinge a ridurre i rendimenti delle nuove emissioni e a rivalutare quelli dei titoli obbligazionari già in circolazione. «A livello settoriale abbiamo diminuito la nostra esposizione alle banche, a causa della riduzione degli spread, così come all’automotive. Preferiamo puntare sui settori più difensivi, come le utilities», aggiunge Rovers.
Per Rocco Bove, head of fixed income di Kairos Partners, le prospettive di tassi calanti restituiscono appeal all’obbligazionario, ma è importante muoversi in maniera selettiva, considerato che anche l’investimento nel reddito fisso presenta rischi. Bove non crede in una recessione, ma segnala che problemi potrebbero sorgere in capo ai singoli emittenti e, ai livelli attuale, preferisce le scadenze intermedie, intorno ai cinque anni.
«Guardiamo con interesse alle obbligazioni societarie soprattutto alla luce dell’incertezza che caratterizza le emissioni sovrane a lungo termine, che potrebbero soffrire in caso di un rimbalzo dell’inflazione (frenerebbe il taglio dei tassi, ndr)», racconta Vittorio Fumagalli, senior portfolio manager di Decalia. Il quale indica alcuni titoli interessanti tra le emissioni che prevedono un taglio minimo di mille euro. Deutsche Lufthansa ha due emissioni con scadenza rispettivamente a settembre 2028 e settembre 2032, che attualmente rendono rispettivamente il 3,6 e il 4,1%, mentre per chi punta scadenze a breve Goldman Sachs marzo 2025 offre il 3,5%.
Tra i titoli italiani segnala il 3,30% di Mediobanca settembre 2028 e il 3,00% di Eni febbraio 2028. Mentre per chi è disposto a puntare su tagli a partire da 100 mila euro, Cdp Reti con scadenza settembre 2031 offre poco meno del 3,9%. Anche Massimo Maria Gionso, partner di Nextam Partners, vede prospettive interessanti per i corporate bond, ma evidenzia l’importanza della diversificazione in termini di duration. «Le scadenze lunghe espongono a un maggiore rischio di volatilità del singolo titolo, ma al contempo permettono di fissare fino alla scadenza un rendimento certo a prescindere da futuri ulteriori ribassi dei tassi», spiega. Alla luce di queste considerazioni, indica cinque titoli interessanti: Wiit con scadenza ottobre 2026 e rendimento attuale del 4,2%; Ivs ottobre 2026, che si ferma al 3,9%; Carraro novembre 2028 che alza l’asticella al 6,0%; Maire Tecnimont ottobre 2028, che rende il 4,9%; Tamburi giugno 2029, al 3,95%.
C’è poi la possibilità di investire in strumenti del risparmio gestito, che hanno decine di sottostanti. L’offerta è ampia sia tra i fondi attivi, sia tra quelli passivi, con prodotti d’investimento che si distinguono per area geografica, duration e livello di rischio.
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