Lunedì le deleghe dei vertici Generali e al via l’Ops di UniCredit su Banco Bpm

Il giorno dopo l’assemblea degli azionisti del Leone, titolo poco mosso in Borsa con un più 1,3%. Il board ricalcherà l’attuale, con 11 consiglieri confermati

Giorgia Pacino

Archiviata la grande assise in Porto Vecchio, a Trieste, il Leone continua, cauto, sulla sua strada. Il giorno dopo l’assemblea degli azionisti chiamati al rinnovo del cda, con l’affermazione della lista di Mediobanca e la scelta a favore della continuità del management, ieri il titolo Generali è rimasto poco mosso in Borsa, chiudendo le contrattazioni con un più 1,3%, in linea con il listino.

Lunedì il nuovo consiglio di amministrazione si riunirà per la prima volta per distribuire le deleghe e avviare il nuovo triennio. Il board ricalcherà di fatto quello uscente: confermati Clemente Rebecchini, Luisa Torchia, Lorenzo Pellicioli, Clara Hedwig Frances Furse, Antonella Mei-Pochtler, Umberto Malesci, Alessia Falsarone per la lista di maggioranza, Flavio Cattaneo e Marina Brogi per la lista di minoranza, con i nuovi ingressi di Patricia Estany Puig (lista Mediobanca) e Fabrizio Palermo (lista Caltagirone).

La vittoria della lista di maggioranza presentata da piazzetta Cuccia – il cui titolo ieri correva in Borsa con un più 6,6%, con gli operatori già focalizzati sull’offerta lanciata da Mps (+4,6%) su sull’istituto milanese come prossima tappa chiave per gli equilibri del Leone – ha portato alla riconferma di Andrea Sironi nel ruolo di presidente e di Philippe Donnet in quello di amministratore delegato della compagnia. Sostenuti dai grandi fondi d’investimento e dai piccoli risparmiatori, gli incarichi verranno formalmente affidati lunedì.

Un giorno in cui si intrecciano le caselle del risiko bancario, da Trieste a Milano, passando per Verona. Nella stessa giornata è previsto infatti l’avvio dell’Ops lanciata su Banco Bpm da UniCredit, sul cui esito pesano le prescrizioni imposte dal governo con l’esercizio del golden power. Giovedì a Trieste la banca di piazza Gae Aulenti ha votato con il 6,5% del capitale delle Generali contro la posizione di Mediobanca e, dunque, contro il mantenimento della governance affidata al ticket Sironi-Donnet.

Smentendo le previsioni che ipotizzavano un’astensione sul voto per il rinnovo del board del Leone, a sorpresa il gruppo guidato da Andrea Orcel ha appoggiato la lista di minoranza presentata dal gruppo Caltagirone che detiene il 6,8% del Leone. Cordata sostenuta da Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio, con il 9,9% e che ha trascinato anche Fondazione Crt con il 2%. Alla lista di maggioranza, che ha fatto il pieno dei voti degli investitori istituzionali e dei piccoli risparmiatori, è mancato invece quello di Edizione, la finanziaria della famiglia Benetton che può contare sul 4,8% delle azioni, che si è astenuta sul rinnovo del cda, sebbene abbia votato a favore del bilancio.

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