Manifattura e servizi industriali i fondi guardano al Veneto: «Operazioni per 7,7 miliardi»

Tra il 2014 e il 2023 è la terza regione italiana sia per numero di investimenti che per valore «Questo è un territorio che ha una grande rilevanza per il private equity in Italia». Gianmarco Russo «Il rapporto tra impresa e finanza è sempre più centrale»

Luigi Dell’olio

Le crescenti tensioni a livello geopolitico e il rallentamento del ciclo economico sono nuovi banchi di prova per le imprese del territorio, che fin qui in buona parte hanno mostrato grande capacità di adattamento all’evoluzione del mercato, ma si trovano a fronteggiare pressioni crescenti sui margini. Con la quotazione in Borsa sempre meno gettonata non tanto per una questione di costi, né tanto meno burocratica (negli ultimi anni sono state apportate molte semplificazioni), quanto per la difficoltà di garantire al mercato risultati su base trimestrale a fronte della necessità di programmare a medio-lungo termine.

Da qui il ricorso crescente ai fondi di private, con il Veneto che tra il 2014 e il 2023 – segnala uno studio dell’associazione di settore Aifi – è stata la terza regione italiana sia per numero di investimenti (256, il 12% del totale Italia), sia per ammontare investito (7,72 miliardi di euro, pari al 9%). I settori più interessati sono stati i beni e servizi industriali (32% degli investimenti operati dai fondi), il manifatturiero alimentare (al 13%), infine altre tipologie di manifatturiero (9%). E l’avanzata dei fondi prosegue, come dimostrano le operazioni più recenti.

È il caso della vicentina Biotec Italia, passata sotto il controllo del gruppo Quadrivio e di Gourmet Italian Food rilevata dal fondo Chequers. «Molte operazioni nel tempo hanno coinvolto aziende associate e hanno visto la nostra Area Finanza collaborare con le imprese», segnala Gianmarco Russo, direttore generale di Confindustria Veneto Est.

«Il rapporto tra impresa e finanza è sempre più centrale nel nostro impegno associativo, con servizi di assistenza e consulenza sempre più evoluti, perché lo richiede la sfida competitiva in corso a fronte dei grandi cambiamenti in corso a livello globale». Di questi temi si è parlato nei giorni scorsi nel corso dell’evento “Campioni del private equity per le imprese di domani”, organizzato da Aifi presso il Crowne Plaza di Padova.

Si è partiti con il discorso introduttivo di Giovanni Fusaro (Aifi), seguito dagli interventi di Maurizio Rubinato (EY Italy) e Gianmarco Russo (Confindustria Veneto Est). A seguire l’evento «Il ruolo del private equity nella valorizzazione delle imprese», che ha visto confrontarsi Luca Boccato (HNH Hospitality), Francesco Lodrini (Ambienta Sgr), Filippo Monti (Fondo Italiano d’Investimento Sgr), Marco Rampichini, (Frigoveneta), Marco Scantamburlo (Gsp) e Maurizio Tiveron (Alcedo Sgr).

Le conclusioni sono state affidate a a Luciana Sist (EY Italy). «Il Veneto è un territorio di grande rilevanza per il private equity in Italia, con i fondi che sono attratti dalla presenza di un tessuto imprenditoriale dinamico e diversificato», racconta Sist. «I fondi svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere la crescita e l’innovazione delle aziende regionali, accompagnandole nella crescita e nelle nuove sfide poste dai cambiamenti in atto». —

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