Mediobanca, Nagel su ipotesi di fusione con Unicredit: «Non avrebbe senso»
Gli scenari dopo l’arrivo di Orcel. «No comment» sulle Generali. Caltagirone? «Parliamo con tutti i nostri soci»

MILANO. «Penso che una combinazione tra una banca d'affari specializzata come siamo noi e una banca universale come Unicredit sia poco sensata e dia poco sia all’uno che all’altro». Così l’amministratore delegato di Piazzetta Cuccia Alberto Nagel ha risposto alla domanda di un giornalista in merito alle voci su una possibile fusione tra le due banche.
Una voce che si rincorre da tempo (anche alla luce della presenza nei due azionariati di Leonardo Del Vecchio) e che si è rafforzata nelle ultime settimane, da quando al vertice di Unicredit è arrivato Andrea Orcel, con grande esperienza nel settore delle fusioni e acquisizioni. L’occasione è stata la call con la stampa organizzata per commentare la trimestrale di Piazzetta Cuccia.
La società ha chiuso i primi nove mesi dell’esercizio 2020/2021 con ricavi per 1,964 miliardi di euro (+3% sullo stesso periodo del passato esercizio) e un utile di 604 milioni (+9%), di cui 193 milioni nel terzo trimestre. In entrambi i casi si tratta di numeri migliori rispetto alle aspettative della vigilia.
I ricavi sono stati trainati dalle commissioni nette che hanno segnato un livello record a 571 milioni (+17%) sulla spinta del corporate & investment banking e del wealth management. Il Cet1, che è il principale indicatore della patrimonializzazione, è salito al 16,3% rispetto a 16,2% di dicembre. A proposito di Orcel, Nagel si è detto «contento che una persona del suo background possa lavorare per una banca italiana».
Per poi precisare: «Bisogna lasciare tempo ad Andrea, per entrare nel ruolo di una banca complessa come Unicredit. Sarà facile incontrarci appena avrà superato questo periodo di ambientamento». In merito ai rapporti con gli azionisti, dopo le tensioni dei mesi scorsi con lo stesso Del Vecchio (socio forte con il 13,2% e l’autorizzazione della Bce per salire fino al 20%), Nagel si è limitato a dire che i contatti ci sono «con tutti gli azionisti che entrano nel nostro capitale. Detto questo il nostro azionariato cambia ogni giorno e non trovo particolarmente interessante commentarne l'andamento nella misura in cui è una variabile che non dipende da noi, ma è qualcosa che avviene sul mercato».
Un discorso introdotto dopo un quesito sull’1% nel capitale di Piazzetta Cuccia rilevato da Francesco Gaetano Caltagirone, che al pari di Del Vecchio è anche tra i principali azionisti di Generali (sono rispettivamente il secondo e il terzo, con Mediobanca in testa).
Quanto al gruppo triestino, Nagel non ha voluto rilasciare commenti. Per il resto, il banchiere si è detto ottimista sui prossimi risultati della società e si è mostrato interessato al consolidamento nel settore finanziario, per il quale si attende nuove operazioni nell’arco dei prossimi mesi, complici le innovazioni normative introdotte nel recente passato per favorire i matrimoni.
«Abbiamo appena annunciato un’operazione che contiamo di concludere nel primo trimestre dell'anno prossimo (l’acquisto di Bybrook Capital, ndr), quindi a breve». Quindi ha aggiunto: «Dobbiamo concludere l'operazione e fare il closing, la nostra attenzione è su questo adesso. Ma questo non esclude che possiamo fare altre operazioni di questo tipo». —
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