Mediobanca: «Conti da record e l’offerta di Mps è innaturale»

Il primo semestre 2024/2025 si chiude con un utile netto di 660 milioni. L’Ad Alberto  Nagel: «L’operazione di Siena non ha contenuti finanziari e industriali»

Giorgio Barbieri

Da un lato si rivendicano i risultati da record raggiunti.
Dall’altro si conferma la convinzione che l’Offerta di pubblico scambio avanzata da Monte dei Paschi sia «distruttiva di valore» per tutti.

Sono i due messaggi forti che il consiglio di amministrazione di Mediobanca, riunitosi ieri a Milano, ha voluto lanciare in occasione dell’approvazione dei risultati consolidati al 31 dicembre scorso che mostrano, come detto, risultati record.

Il primo semestre dell’esercizio 2024/2025 si è infatti chiuso con un utile netto record di 660 milioni, +8% rispetto a un anno prima e superiore alle stime medie degli analisti, pari a 635 milioni. L’istituto con l’occasione ha rivisto al rialzo gli obiettivi per il bilancio al giugno 2026: i ricavi, prima attesi a 3,8 miliardi, dovrebbero salire a 4 miliardi; l’utile netto supererà gli 1,4 miliardi, trascinando al rialzo anche la distribuzione totale di utili ai soci nel triennio 2024-2026, finora stimata in 3,7 miliardi e vista salire a 4 miliardi.

«Dopo aver chiuso lo scorso esercizio con i risultati migliori di sempre», ha rivendicato l’amministratore delegato Alberto Nagel, «Mediobanca ha confermato anche in questo semestre la crescita di tutte le sue divisioni, consolidando le principali iniziative del piano 2023-2026». Il top manager sottolinea poi che «tutte le piattaforme distributive fisiche e digitali sono state potenziate, attraendo i migliori talenti; l’offerta di servizi è stata ampliata e riposizionata sempre più sul modello Private Investment Banking, con un ottimo riconoscimento da parte dei clienti nelle loro decisioni di investimento, di finanziamento, di consulenza ordinaria e straordinaria».

Alberto Nagel delinea quindi il futuro di Piazzetta Cuccia: «La crescita sostenibile del business è ben avviata e procede ad una velocità superiore al passato. La banca è concentrata sull’esecuzione del piano “One brand - One culture” che la colloca come operatore sempre più focalizzato sul Wealth Management fortemente integrato con un Corporate & Investment Banking sinergico e diversificato».

Infine il messaggio forte. «Remunerazione degli azionisti e creazione di valore», afferma Nagel, «collocano Mediobanca ai migliori livelli settoriali, in uno scenario di riduzione dei tassi di interesse». Cosa che non accadrebbe, è il messaggio implicito, se dovesse avere successo l’attacco da parte del Monte dei Paschi.

E infatti ieri il consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia, nel comunicato al termine della riunione, ha confermato le dure critiche già emerse lo scorso 28 gennaio quando il Cda aveva ritenuto l’offerta di Mps «priva di razionale industriale e finanziario, e dunque distruttiva di valore per gli stakeholder di Mediobanca e di Mps». Posizione dunque ribadita anche ieri.

«La mancanza di un razionale industriale per Mediobanca e Mps» si legge ancora «è la conseguenza di un forte indebolimento del modello di business del gruppo», «la potenziale perdita di clienti, e quindi di ricavi», «l’uscita delle migliori professionalità del gruppo», unita alla «sostanziale assenza di reali sinergie di costo».

Un’offerta che, secondo Piazzetta Cuccia, «si ritiene che distrugga valore per gli azionisti di Mediobanca visto l’impatto negativo sul profilo reddituale di Mediobanca». Altre conseguenze, viene specificato nella nota, saranno «l’impatto negativo sul merito creditizio», «la prevedibile diluizione dei multipli valutativi» e «il forte sconto implicito nel prezzo dell’offerta».

L’istituto conclude segnalando «potenziali disallineamenti di interesse tra alcuni rilevanti azionisti presenti in Mediobanca, Mps e Assicurazioni Generali e gli altri azionisti di entrambe le realtà»: riferimento diretto al gruppo Caltagirone e alla holding Delfin.
«Quello che il consiglio ha detto dell’offerta è il sentiment che abbiamo raccolto: è innaturale», ha spiegato Nagel, «per la carenza di contenuti finanziari e industriali. Noi continueremo a parlare con i nostri investitori che spesso sono gli stessi dell’offerente e non temiamo un rilancio da parte di Mps».

Riguardo invece al futuro di Generali, l’Ad ha spiegato che «è verosimile che dovremo presentare una lista per il rinnovo del Cda. Ma non è positivo per il nostro sistema finanziario che una compagnia del valore di quasi 50 miliardi di capitalizzazione, che non ha un azionista al 51%, non sia in grado di fare una lista del consiglio».

Intanto aumenta la distanza tra l’Ops di Mps e il valore del titolo di Mediobanca. A oltre due settimane dall’annuncio di Rocca Salimbeni 10 azioni di Piazzetta Cuccia valgono 165,5 euro mentre 23 azioni di Rocca Salimbeni ne valgono 145,13. La differenza tra quanto offre Siena e quanto vale Mediobanca sale oggi a oltre il 12%, con un divario di 1,7 miliardi.

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