Nasce Mediobanca Premier: nei piani focus sul Nord Est

Nel Nord Est il progetto ha già una rete solida su cui puntare: nel Veneto la raccolta è di 2,76 miliardi e i punti vendita di Mediobanca Premier sono 13 (sette filiali e sei negozi finanziari), con 71 fra advisor e consulenti finanziari. Nel Friuli Venezia Giulia la raccolta totale è di 414 milioni con sette punti vendita (due filiali e cinque negozi finanziari), con otto fra advisor e consulenti
Maurizio Caiaffa

La svolta nel panorama bancario nazionale è che il marchio Mediobanca arriva al mercato retail. Anche se il cliente di Mediobanca Premier, che raccoglie l’eredità di CheBanca!, ma con un focus sulla gestione dei patrimoni, è tipicamente il risparmiatore con ricchezza personale fra 500 mila euro e 5 milioni, un patrimonio non esattamente alla portata di tutti.

Dal punto di vista del gruppo di via Filodrammatici si tratta di un passaggio importante, «il singolo progetto del nostro piano industriale One Brand One Culture più importante», come ha sottolineato ieri nella sede di Milano l’ad Alberto Nagel.

In Veneto e in Fvg

Non si tratta esclusivamente di un rebranding, cioè di rinfrescare il marchio. CheBanca!, nata nel 2008 per il mercato di massa e con una vocazione digitale, già nel 2016 aveva imboccato la direzione del wealth management.

Oggi quella scelta strategica viene arricchita. Mediobanca Premier attingerà alle competenze del gruppo nelle attività al fianco delle imprese (quotazioni, private equity, trading, successioni aziendali). La sinergia con il corporate banking è il tratto distintivo in vista dell’ambizione di «diventare leader nella fascia medio-alta del mercato».

Come afferma Francesco Saverio Vinci, direttore generale e responsabile wealth management: «Il nostro scopo è diventare il punto di riferimento unico per l’imprenditore come risparmiatore, al centro c’è il cliente, tutt’intorno i servizi che il gruppo può offrire» .

La rete Mediobanca Premier è fatta da 1.100 professionisti in 200 punti vendita sul territorio nazionale, con masse in gestione di 40 miliardi dai 14 del 2016 e un utile netto cresciuto a 65 milioni dagli 8 milioni dell’anno che ha segnato il potenziamento del wealth management.

Nel Nord Est il progetto ha già una rete solida su cui puntare: nel Veneto la raccolta è di 2,76 miliardi e i punti vendita di Mediobanca Premier sono 13 (sette filiali e sei negozi finanziari), con 71 fra advisor e consulenti finanziari. Nel Friuli Venezia Giulia la raccolta totale è di 414 milioni con sette punti vendita (due filiali e cinque negozi finanziari), con otto fra advisor e consulenti.

Concorrenza in casa

Ora però parte, oltre alla trasformazione, anche il potenziamento della rete. «Il Nord Est – dice Lorenzo Bassani, direttore generale di Mediobanca Premier – è una delle aree dove intendiamo crescere, lo copriamo bene ma non abbastanza». Non esiste programma già definito di aperture, spiega il manager, che ammette un approccio «anche opportunistico» al rafforzamento della rete, nel senso che in parte verrà orientato dalla possibilità di reclutare banker di adeguate competenze e ricchi portafogli clienti. Nell’arco del piano al 2026, si parla del reclutamento di 250 nuovi advisor e consulenti, fra cui 22 in Veneto e 10 in Friuli Venezia Giulia.

L’operazione in generale ha un certo grado di sovrapposizione con il raggio d’azione di Banca Mediolanum e di Banca Generali, anche se l’intento asserito è erodere la fetta di mercato delle banche tradizionali, attorno all’80%.

«Il target a cui ci rivolgiamo vale il 15-17% del mercato nazionale» , puntualizza Nagel. Alla domanda se la mossa significhi far concorrenza a Mediolanum, che è socia con il 3,45% di Via Filodrammatici, Nagel è diplomatico, «non cambia dal nostro punto di vista i rapporti. È frutto di un piano che abbiamo approvato l’anno scorso che ha visto anche la partecipazione degli amici di Mediolanum, che erano rappresentati in consiglio». E sulla più volte ipotizzata aggregazione con Mediolanum, l’ad glissa: «Stiamo bene così come stiamo, mi risulta anche loro». Sulla possibilità di un’acquisizione di Banca Generali, Nagel è altrettanto cauto: «Risulteremo più di prima un naturale consolidatore. Oggi non ci sono discussioni con nessuno. Il piano che ci siamo dati ci renderà più credibili se ci saranno opportunità» .

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