Panetta (Bankitalia): effetto dazi Usa più forte su Germania e Italia
Il governatore sul risiko bancario: non ci siamo dimenticati delle fusioni, ma è ingenuo pensare che si possa commentarle come se fossimo a un talk show
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Allerta sull'effetto negativo per l'Italia dai dazi Usa. Auspicio di nuovi tagli da parte della Bce. E un punto fermo sul risiko bancario, dove la Banca d'Italia vigila assieme alle altre autorità ma non vuole e non può «commentare come a un talk show» e dove «decideranno i soci e il mercato».
Il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta, nel suo discorso all'Assiom Forex a Torino, mette in guardia sui riflessi del nuovo corso Usa in un'Europa che già cresce in maniera modesta, e che per questo deve compiere nuovi passi assieme attraverso titoli comuni di debito, investimenti coordinati e una spinta alla competitività.
«L'Italia e la Germania - spiega il governatore - sono i Paesi che subiranno di più l'effetto negativo dei nuovi dazi di Trump che tuttavia per l'Europa sarà meno pesante (-0,5% el Pil) rispetto a quello di Cina e degli stessi Stati Uniti (-2%)».
Nelle 30 pagine del suo discorso fra i tanti grafici quello sul distacco della crescita fra Usa e Ue è impietoso, sebbene non nuovo, e un altro indica una ulteriore debolezza dell'area euro: l'eccessiva dipendenza dalla domanda estera che la rende esposta a una stagione protezionistica e che va ridotta valorizzando il mercato unico.
Anche perché le merci cinesi con il mercato Usa bloccato, punteranno ancora di più su quello europeo.
Il declino non «è un destino ineluttabile e l'Italia - spiega Panetta - ha dimostrato di saper reagire alle crisi».
Un ottimismo prudente condiviso anche dal presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros Pietro, che ha ammesso come «l'Italia può essere un po' più colpita di altri come primo impatto, ma il Paese ha sempre dimostrato una capacità molto elevata di riorientare le proprie esportazioni in funzione dell'andamento dei mercati e dei prezzi».
E Angelo Camilli, vice presidente di Confindustria per il credito, chiede che venga aperto «un dialogo con fermezza e grande compattezza: speriamo che l'Europa sia unita almeno in questa circostanza».
Dove i dazi di Trump non incideranno sarà sull'inflazione Le stime della Banca d'Italia, citate da Panetta, le attribuiscono un effetto netto zero o leggermente negativo.
Un motivo in più perchè la Bce prosegua sulla strada della «normalizzazione della politica monetaria», sottolinea il governatore, considerato una 'colomba' nell'ambito del board di Francoforte.
E poi c'è il tema risiko bancario che ha accelerato negli ultimi mesi e settimane.
Dopo gi attacchi da parte di una parte della politica e dell'economia e di osservatori per non aver fatto sentire la sua voce, il governatore affronta il tema sia nel testo scritto sia parlando a braccio, riscuotendo un applauso dalla platea di banchieri e operatori (fra i quali alcuni dei protagonisti come i presidenti di Mps e Bper).
«La Banca d'Italia non si è dimenticata delle fusioni bancarie, ma è ingenuo pensare che possa commentarle come se fosse a un talk show», puntualizza il governatore.
«Parleremo di queste operazioni attraverso le analisi e le decisioni che verranno effettuate a tempo debito».
E se la vigilanza compirà le sue valutazioni, in ultima istanza comunque «l'esito delle operazioni è affidato alle dinamiche di mercato e alle scelte degli azionisti», scandisce.
Un atteggiamento cui plaude il presidente Abi, Antonio Patuelli: «Per quello che mi riguarda viva il mercato regolato e garantito dalle competenti autorità indipendenti».
Insomma una neutralità non distratta per le operazioni il cui motore è l'eccesso di capitale e la volontà di cercare sinergie e economie di scala, in un momento in cui i tassi stanno calando mettendo fine alla manna del margine di interesse.
E tuttavia il governatore indica un aspetto da considerare: le operazioni bancarie di fusioni annunciate «ridurrebbero il divario dimensionale tra i principali istituti di credito italiani e i concorrenti europei».
E «sebbene in generale nel settore bancario le grandi dimensioni comportino sia vantaggi sia alcune criticità ben note, queste operazioni possono essere inquadrate in una prospettiva di integrazione e consolidamento del mercato europeo».
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