Patuelli (Abi): «Su UniCredit-Commerzbank in gioco l’autonomia della Bce»
Secondo Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, osteggiare l'operazione Unicredit-Commerzbank non solo è contro il libero mercato, ma mette in discussione anche l'indipendenza della Bce.
«Mi auguro che l'operazione di UniCredit con Commerzbank possa completarsi, perché è un'operazione potenzialmente creatrice di valore per gli azionisti e non vedo ragioni per cui possa essere osteggiata se non per questioni di localismi politici». Lo afferma Carlo Cimbri, presidente del gruppo Unipol.
«Io faccio il tifo per Andrea (Orcel, amministratore delegato di Unicredit, ndr) perché possa concludersi positivamente. In tutto questo però c'è un insegnamento da trarre: quando noi italiani andiamo all'estero siamo stati oggetto di regole a dir poco para protezionistiche, vedi anche Fincantieri quando aveva provato ad andare in Francia», aggiunge Cimbri. «Dobbiamo stare attenti, e penso soprattutto al settore del lusso, a diventare terra di conquista per gli altri», conclude il presidente del gruppo Unipol alla Giornata dell'economia di Forza Italia.
Secondo Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, osteggiare l'operazione Unicredit-Commerzbank non solo è contro il libero mercato, ma mette in discussione anche l'indipendenza della Bce. Sempre durante la Giornata dell'economia organizzata da Forza Italia, Patuelli ha spiegato ieri che «è in gioco l'unione bancaria europea e anche il mercato libero europeo, che invece è tutelato e garantito con un trattato dell'Unione europea». In più, ha aggiunto, «l'Unione europea garantisce l'assoluta indipendenza della Bce innanzitutto dai parlamenti, dai governi e dai partiti degli stati membri. Se le operazioni di mercato fossero ostacolate da soggetti nazionali, la questione sarebbe più grande e grave visto che metterebbe in discussione l'indipendenza della Bce».
Infine Lando Sileoni, segretario della Fabi, ha osservato che «se l'operazione Unicredit-Commerzbank andrà in porto, è chiaro che il golden power perderà efficacia e nessun governo potrà più attivarlo qualora gruppi bancari o fondi esteri si interesseranno ad aziende e banche italiane». «Fino a oggi– ha continuato Sileoni – gruppi bancari stranieri hanno importanti partecipazioni in banche italiane e, se la Bce e l'Unione bancaria europea dovessero dare segnali di accelerazione sul tema delle aggregazioni, è chiaro che con l'eventuale precedente Unicredit-Commerzbank» i gruppi esteri «saprebbero farsi valere» in Italia.
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