Pilosio (Bcc Pordenonese e Monsile): «Imprenditori alla finestra, domanda di credito ferma»
Il direttore generale dell’istituto di credito fa il punto della situazione. ««Negli ultimi anni gli investimenti hanno riguardato in particolare la transizione energetica e l’automazione, essenziale quest’ultima per far fronte alla crescente difficoltà di reperimento del personale»
Un territorio strategico. Così il direttore generale delle Bcc Pordenonese Monsile, Gianfranco Pilosio, definisce il Medio Friuli.
La banca lo presidia dal 2020, con una filiale a Codroipo aperta in pieno Covid e voluta per andare ad occupare uno spazio abbandonato da altri istituti di credito e bisognoso di poter contare su una banca di prossimità. Una necessità sentita dalle famiglie, come dalle imprese.
Direttore, qual è l’identikit delle aziende che si rivolgono a voi?
«Abbiamo aperto la filiale di Codroipo e lo sportello Atm di Talmassons guardando con particolare attenzione allo sviluppo dell’agricoltura, dominata dai seminativi e dalla produzione vitivinicola, ma naturalmente contiamo anche sulla presenza di numerose realtà manifatturiere, con specializzazioni diverse, anche se, volendo trovarne una comune a molte, direi che è la termomeccanica e la sua catena di subfornitura».
In termini dimensionali?
«Si tratta per lo più piccole e medie imprese, affiancate da qualche realtà di dimensioni maggiori, ma considerando che in questo territorio ci sono soprattutto zone artigianali le strutture delle aziende sono contenute».
In questo periodo di turbolenze per l’economia e di tassi d’interesse ancora elevati, le società del territorio stanno continuando a chiedere credito?
«Non possiamo dire che il Medio Friuli abbia una dinamica, relativa alle domande di credito diversa da quella del resto del territorio. Gli imprenditori sono alla finestra, in attesa di capire come si evolveranno i vari fronti aperti, dal rallentamento dell’economia tedesca ai conflitti in atto. Al netto di qualche operazione strategica, la domanda di credito al momento è ferma, anzitutto per l’incertezza, ma anche perché le imprese stanno aspettando l’apertura delle nuove linee di investimento tecnologico».
Prima di questo stallo, su cosa avevano puntato?
«Negli ultimi anni gli investimenti hanno riguardato in particolare la transizione energetica e l’automazione, essenziale quest’ultima per far fronte alla crescente difficoltà di reperimento del personale».
Quali sono i vostri progetti per il Medio Friuli?
«Vogliamo aumentare, potenziare la nostra presenza».
Prevedete di incrementare il numero delle nuove filiali?
«Non le filiali ma le risorse, capaci di dare risorse professionali al territorio. Un’area che negli ultimi cinque anni ha visto una sensibile riduzione degli sportelli bancari».
La vostra Bcc è tradizionalmente vicino alla clientela, oggi più che mai dopo la scomparsa delle banche popolari.
«Vicino da sempre. Direi storicamente. Abbiamo ereditato infatti la realtà più vecchia delle casse rurali presenti in regione, la cassa rurale di Pravisdomini, aperta nell’agosto di 140 anni fa. Da allora si sono susseguite diverse operazioni di fusione e aggregazione. Arrivando a tempi recenti, la Bcc Pordenonese, sette anni fa, ha acquisito sette sportelli in provincia di Venezia per poi unirsi, tre anni dopo alla Bcc di Monastier. Oggi possiamo davvero dire che siamo una banca “Serenissima”: la filiale all’estremo Ovest è a Venezia, all’estremo Est è a Codroipo, dove c’era la residenza del Doge Manin».
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